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MARTONE, Mario

di Bruno Roberti - Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)
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MARTONE, Mario

Bruno Roberti

Regista teatrale e cinematografico, nato a Napoli il 20 novembre 1959. Affermatosi fin dagli anni Ottanta a livello internazionale come importante regista nell’ambito della ricerca teatrale, poi come figura di primo piano tra i registi teatrali e lirici del nostro Paese, M., tra gli anni Novanta e l’inizio del millennio, si è imposto come uno dei più apprezzati e rigorosi esponenti del nostro cinema oltre che della regia teatrale a livello internazionale. Apprezzamento riconosciutogli con numerosi premi e partecipazioni ai festival più importanti, nonché con la nomina a direttore artistico del Teatro di Roma tra il 1999 e il 2001 (dove ha voluto la costruzione dei nuovi spazi del Teatro India), poi a condirettore del Teatro Stabile di Napoli (2003-04) e quindi del Teatro Stabile di Torino (dal 2007).

La serata a Colono

La sua attività sulla scena è stata in questi anni in continua osmosi con quella cinematografica. M. ha realizzato un film come L’odore del sangue (2004), dal romanzo omonimo di Goffredo Parise, mentre lavorava a un progetto teatrale collettivo su Petrolio (2003-04) di Pier Paolo Pasolini per lo Stabile di Napoli. Entrambe occasioni per interrogarsi sulle radici profonde dell’Italia contemporanea, sulle irrisolte questioni etico-politiche, sul rapporto tradizione-innovazione, sulle aporie del potere. Nel film tutto ciò diventa una lucida e inquieta radiografia del malessere, del rapporto tra i sessi, dell’intreccio tra passato recente (con tutti i misteri degli anni delle lotte politiche e dei neofascismi) e disorientamento presente; e nel progetto teatrale pasoliniano una riflessione a più voci sulla possibilità di integrare la potenza del desiderio con l’utopia di una comunità. Individuo e comunità e mito e tragico sono i due poli intorno a cui M. in questi anni ha focalizzato la sua attenzione. In campo teatrale tali temi emergono nella trilogia messa in scena negli anni: Edipo re (2000), Edipo a Colono (2004), La serata a Colono (2013, di Elsa Morante), in cui il mito tebano viene ripercorso precipitandolo in una disseminazione spaziale che chiama in causa il pubblico coinvolto prima sui palchi del Teatro Argentina con la platea sventrata e popolata da un coro di extracomunitari, poi nell’itinerario del calvario edipico lungo gli spazi all’aperto e al chiuso del Teatro India, infine su un palcoscenico e una platea trasformati nell’ambiente di un ospedale psichiatrico, dove, sul letto di contenzione, si svolge l’agonia di Edipo (un grande Carlo Cecchi). In campo cinematografico con il dittico Noi credevamo (2010), vincitore di sette David di Donatello, e con Il giovane favoloso (2014; David di Donatello al miglior attore protagonista, Globo d’oro per il miglior film, Nastro d’argento per la migliore regia) M. compie un viaggio nell’Italia dell’Ottocento, ripensandone il destino di comunità incompiuta nel primo film, dove il Risorgimento viene ‘rovesciato’ nella tensione tra illusione/disillusione, utopia/ragion di Stato e visto, sulla scorta del romanzo di Anna Banti, dalla prospettiva del nostro Sud e da quella dell’amicizia e della maturazione di tre giovani irredentisti; e, nel secondo film (che ha riscosso un grande successo di pubblico), rileggendo con coraggio e libertà una figura come quella di Giacomo Leopardi (uno straordinario Elio Germano), rendendolo vitale e attuale, quasi fosse un giovane ribelle dei nostri giorni, accompagnandolo in un ‘viaggio in Italia’ illustrato come un romanzo moderno dalla sceneggiatura scritta con Ippolita Di Majo. Anche questo percorso ha trovato un riflesso nella messinscena ardita e visionaria delle leopardiane Operette morali (2014) trasformate in una dinamicissima drammaturgia. In questa dialettica tra teatro e cinema, e nell’ambito della sua riflessione sull’Ottocento, si pone il suo personale itinerario di regista lirico. M. ha ripensato i melodrammi rossiniani e verdiani, e le opere ‘italiane’ di Wolfgang Amadeus Mozart, in messinscene essenziali costruite su idee spaziali sintetiche e simboliche, dove il gioco dei cantanti si scioglie in una recitazione sempre in dialettica con il pubblico. La visione di una città come Napoli presa a epitome di una ‘disperata vitalità’ che dinamizza tradizione e innovazione viene rimessa in gioco sia nella parte napoletana, apocalittica e carnevalesca, del film su Leopardi, sia in una serie di affreschi corali per la scena, I dieci comandamenti (2000, di Raffaele Viviani), L’opera segreta (da Anna Maria Ortese ed Enzo Moscato), Carmen (2015), una variazione sull’opera di Georges Bizet di Moscato su musiche dell’Orchestra di Piazza Vittorio, splendidamente recitata e cantata da Iaia Forte: tutti spettacoli ricchi di un afflato musicale collettivo e lucidamente politico-popolare, il primo, di accensioni caravaggesche, oltre che di melanconia leopardiana, il secondo, di una vena quasi da ‘musical’ brechtiano, il terzo.

Bibliografia: Mario Martone. La scena e lo schermo, a cura di R. De Gaetano, B. Roberti, Roma 2013.

Vedi anche
Carlo Cécchi Attore e regista italiano (n. Firenze 1942). Fin dalle esperienze con la cooperativa Granteatro da lui fondata nel 1971, sia come regista, sia come interprete caratterizzato dalla recitazione fortemente antinaturalistica, ha perseguito una forma di teatro in cui il recupero del teatro popolare, soprattutto ... Alba Rohrwacher Attrice teatrale e cinematografica italiana (n. Firenze 1979). Di padre tedesco e madre italiana, dopo gli studi al Centro sperimentale di cinematografia ha recitato in diverse pièce teatrali prima di esordire nel cinema con L’amore ritrovato (2004). Giovane promessa, da allora si è imposta all’attenzione ... Luigi Lo Cascio − Attore italiano (n. Palermo 1967). Ha iniziato la carriera di attore in teatro, dove ha esordito nel 1988 con una piccola parte in Aspettando Godot di S. Beckett, per la regia di F. Tiezzi. Nel 1992, diplomatosi all’Accademia nazionale d’arte drammatica, ha lavorato ancora in teatro con G. Patroni ... Michele Placido Attore e regista italiano (n. Ascoli Satriano, Foggia, 1946). Diplomatosi all'Accademia d'arte drammatica di Roma, ha recitato in teatro, nel 1969, nella trasposizione dell’Orlando furioso di L. Ronconi. Passato presto al cinema, ha raggiunto una certa popolarità nella prima metà degli anni Settanta ...
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Vocabolario
Marìa
Maria Marìa. – Nome proprio di donna, frequente nel mondo ebraico, forse di antica origine egiziana; in partic., nome della Madonna, madre di Gesù. Le tre Marie, Maria madre di Gesù, Maria di Cleofa e Maria di Magdala, le quali accompagnarono...
mariano²
mariano2 mariano2 agg. [dal lat. Marianus, der. del nome Marius «Mario»]. – Che si riferisce a Gaio Mario, uomo politico dell’antica Roma (157-86 a. C.), avversario di Silla nelle guerre civili: partito m. (e come sost., i mariani, i seguaci...
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