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SCHIANO, Mario

di Stefano Zenni - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 91 (2018)
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SCHIANO, Mario

Stefano Zenni

SCHIANO, Mario. – Nacque a Napoli il 20 luglio 1933 da Michele, bancario, e da Anna Faccioli del Pozzo, casalinga.

Da bambino Mario contrasse la poliomielite, che lo costrinse per tutta la vita a utilizzare le stampelle e infine una carrozzina. Dopo la maturità classica, si laureò in giurisprudenza. Prese le prime lezioni di pianoforte dal parroco del quartiere; la passione per l’avanspettacolo e per la musica lo spinse intorno ai 20 anni ad abbracciare la fisarmonica e a esibirsi nel giro dei night club di Napoli e Ischia. Nel 1957 scoprì il sassofono contralto, che studiò da autodidatta; alla fine dell’anno decise di dedicarsi al jazz, in una scena napoletana allora povera di stimoli.

Nel 1960 Schiano assemblò un gruppo per un concorso a Saint-Vincent per non professionisti promosso dalla Federazione nazionale musica jazz. Durante l’esibizione del New Southern Jazz Combo – questo il nome del gruppo – Schiano sperimentò per la prima volta una diversa libertà improvvisativa, che si fece più marcata nel 1962 durante l’esibizione alla coppa Vaccaro presso l’hotel Bartolini di Napoli. La registrazione, frammentaria, di quell’episodio conferma che si trattò dell’atto di nascita del free jazz italiano, frutto di scelte stilistiche intraprese peraltro senza alcuna cognizione degli sviluppi coevi del jazz statunitense.

Nel 1962 Schiano si stabilì a Roma dopo aver vinto un concorso all’INAM (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro le Malattie); più tardi fu trasferito al Servizio sanitario presso la Regione Lazio, dove lavorò fino alla pensione. Per lungo tempo dunque svolse l’attività musicale in parallelo alla regolare professione di funzionario pubblico.

A Roma prese a frequentare il Folkstudio, locale gestito da Harold Bradley (1960-67), poi da Giancarlo Cesaroni, che si andava affermando come uno dei luoghi chiave del rinnovamento musicale in Italia. Qui Schiano incontrò il sassofonista Romano Sciò, con cui sperimentò la libera improvvisazione. Frequentando altri locali e organizzando concerti al Folkstudio, Schiano poté conoscere Franco Pecori, che si divideva tra la filosofia e la batteria, e il contrabbassista Marcello Melis. Nel contempo frequentava nuovi cenacoli dell’avanguardia romana, tra cui gli studi dell’ingegnere Carlo Milone e dello scultore Fabio De Sanctis.

I confronti con Pecori, la presenza a Roma di musicisti d’oltreoceano dalle idee molto avanzate come Steve Lacy, Gato Barbieri, Don Cherry, Paul Bley, le discussioni e varie altre esperienze condussero nel novembre del 1966 Schiano, Pecori e Melis a esibirsi al Folkstudio come Gruppo Romano Free Jazz, il primo ensemble italiano di jazz liberamente improvvisato. Il trio divenne un quartetto con l’aggiunta del trombonista Giancarlo Schiaffini. Sede ufficiale del gruppo divenne un altro club, il Beat 72; il gruppo poté esibirsi anche alla radio, seppure tra molte resistenze. Di queste due formazioni esistono registrazioni discografiche che testimoniano il ruolo di punta di Schiano e dei suoi colleghi nel jazz d’avanguardia internazionale. Tuttavia le registrazioni del 1967 vennero pubblicate solo dieci anni dopo, a circolazione limitata, e rese finalmente disponibili in CD (Compact Disk) a un vasto pubblico solo nel 1996.

Vicino al PCI (Partito Comunista Italiano) e in sintonia con i movimenti del 1968, Schiano girò con lo spettacolo Il free jazz di fronte alla realtà del sistema; quindi con il suo trio (ora con Bruno Tommaso al contrabbasso) sonorizzò vari film muti e soprattutto il documentario di Ugo Gregoretti Apollon, una fabbrica occupata (1969). Nel 1969 partecipò anche alla memorabile performance di Urbino di Paradise now del Living Theatre, degenerata in un corpo a corpo tra attori, musicisti e pubblico. Quell’esperienza teatrale non rimase isolata, poiché Schiano realizzò le musiche anche per Il mutilato di Ernst Toller, regìa di Bruno Cirino (1969, ripreso nel 1973), Discorso sul Vietnam di Peter Weiss (1972), Robinson Crusoe di Carlo Quartucci e Carla Tatò (1980).

Nel 1970 lo Schiano Trio registrò il primo, importante disco ufficiale, If not ecstatic we refund. Sciolto il trio, nel 1972 Schiano e il sassofonista Tommaso Vittorini, destinato a diventare un suo partner musicale negli anni a venire, progettarono Sud, un lavoro per grande organico che per la prima volta fondeva jazz e folklore italiano, soprattutto sardo. Nel disco, uscito a fine 1973, debuttarono giovanissimi musicisti scoperti dal leader e destinati a fare la storia del jazz italiano, tra cui Eugenio Colombo, Maurizio Giammarco e Massimo Urbani. Nello stesso anno Schiano incontrò casualmente Domenico Guaccero, uno dei padri della musica elettronica in Italia, forse il solo esponente della Nuova Musica italiana aperto al dialogo con il free jazz: con lui produsse nel 1977 l’eccellente album De Dé (stampato in sole 60 copie, ma poi uscito in CD nel 1998) e nel 1978 il capolavoro Lover man per sax alto, elettronica e la big band della RAI.

Oltre a un incontro con Giorgio Gaslini, nel 1974 Schiano concepì con Vittorini un singolare disco letterario-teatrale e autobiografico ricco di ospiti, Partenza di Pulcinella per la luna, il primo di una serie di dischi-spettacolo realizzati con il sassofonista, cui seguirono nel 1979 Un cielo di stelle e nel 1980 l’esilarante Swimming pool orchestra, in cui si manifestarono pienamente nei due partner la passione per il varietà, il senso dell’umorismo, l’autoironia e la capacità di giocare con gli stili musicali più diversi, in particolare la canzone da night club, segnatamente quella partenopea.

Dopo una parentesi newyorkese al seguito di Melis, Schiano registrò la parte di sax contralto della canzone Le storie di ieri di Francesco De Gregori, nell’album Rimmel. Nel novembre 1975 partecipò alla rassegna Nuove tendenze del jazz italiano, organizzata dal movimento studentesco della Statale di Milano. Qualche mese prima, in estate, nella cittadina abruzzese di Penne, Schiano aveva avviato il festival Controindicazioni, sorta di risposta d’avanguardia al più tradizionale festival di Pescara. Quella prima edizione fu realizzata con la collaborazione degli scultori Fabio De Sanctis e Mino Trafeli; Schiano vi si esibì con il gruppo Unità Musicale. L’esperienza di Penne si rivelò feconda, come nell’incontro con il polistrumentista Sam Rivers fissato anche su disco, ma durò poco, anche a causa della deriva violenta dei movimenti studenteschi. Nel frattempo Schiano strinse un felice sodalizio artistico con il trombettista milanese Guido Mazzon, con cui incise l’album Gospel (1977), incontrò il giovane pianista Antonello Salis in un album di standard (Old fashioned, 1978) e registrò un disco in solitudine, Mario Schiano and his all stars (1978), con un programma di soli brani da night club. Su quello stesso repertorio a volte si cimentava all’organo.

Di particolare importanza fu un concerto di libera improvvisazione a Cremona nel 1978 con il trombonista inglese Paul Rutherford e gli olandesi Misha Mengelberg al pianoforte e Han Bennink alla batteria. Il disco che ne fu tratto, A European proposal, spicca come uno dei primi esempi di gruppo free intereuropeo.

Nel 1984 Schiano riuscì, sia pur per breve tempo, a realizzare il sogno di gestire un vero night club in stile anni Cinquanta, battezzato Il sorpasso (l’allusione era al risultato elettorale del PCI sulla DC, Democrazia Cristiana). In quello stesso periodo Schiano incontrò in Unione Sovietica il trio lituano Ganelin-Chekasin-Tarasov; e in numerose occasioni poté ritrovarsi con i vecchi compagni musicali italiani.

Nel 1988 riattivò a Roma il festival Controindicazioni, prima con lo storico club Beat 72, poi dal 1991 in autonomia. Realizzò così una ricca varietà di progetti, molti dei quali poi fissati su disco. In questi anni fu affiancato da nuovi giovani talenti, dal trombonista Sebi Tramontana ai sassofonisti Mauro Orselli e Pasquale Innarella. Ormai presente in molti festival internazionali, da Moers in Vestfalia a Victoriaville nel Québec, Schiano nel 1996 venne invitato dalla Discoteca di Stato a registrare due album. Fu membro fin dalla fondazione (1990) dell’Italian Instabile Orchestra, in cui ricoprì un ruolo solistico cruciale.

L’attività di Schiano non si è limitata alla musica. Tra il 1979 e il 1982 scrisse articoli per Laboratorio Musica, una rivista dell’ARCI (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana), e per l’Unità: si tratta di brevi racconti ricchi di umorismo, a tratti satirici, in cui si descrive il provincialismo musicale italiano, colto con occhio implacabile e divertito. Schiano fu anche una presenza familiare in alcuni film di Nanni Moretti, in particolare Palombella rossa (1989), dove interpretò la parte di un giornalista reazionario, e Caro diario (1993), nel ruolo del ‘principe dei dermatologi’. La sua fugace apparizione in Aprile (1999) fu espansa nel corto Il grido d’angoscia dell’uccello predatore. Nel 1992 recitò nello sfortunato Il ventre di Maria di Memè Perlini; il suo ultimo ruolo cinematografico fu quello di un professore universitario in La meglio gioventù (2003) di Marco Tullio Giordana.

Morì a Roma il 10 maggio 2008 per un ictus postoperatorio. Era stato sposato con la paleografa Rita Cosma, docente alla Sapienza di Roma. La sorella, Marina, negli anni Settanta è stata una nota top model, poi general manager per Yves Saint-Laurent.

L’archivio di Schiano è oggi conservato dall’Associazione Siena Jazz.

Fonti e Bibl.: E. Cogno, Jazz inchiesta Italia. Il jazz negli anni 70, Bologna 1971 (rist. Roma 2015), pp. 141-145; F. Martinelli, M. S. Discografia, Pontedera 1996; P. Faggiano, Un cielo di stelle. Parole e musica di M. S., Roma 2003; G. Guaccero, L’improvvisazione nelle avanguardie musicali. Roma, 1965-1978, Roma 2013, pp. 139-167, 215-232.

Vedi anche
De Gregòri, Francesco Cantante e compositore italiano di musica leggera (n. Roma 1951). Ha iniziato a esibirsi al Folkstudio di Roma, celebre luogo di incontro tra musicisti italiani e internazionali, nei primi anni Settanta. Qui è entrato in contatto con Antonello Venditti, col quale ha pubblicato il suo disco d’esordio, ... Lacy, Steve Pseudonimo del sassofonista statunitense Steven Norman Lackritz (New York 1934 - Boston, Massachusetts, 2004). Considerato il più originale specialista del sax soprano, compì un singolare itinerario stilistico che dal jazz tradizionale lo condusse direttamente a quello contemporaneo e d'avanguardia, ... Rava, Enrico Trombettista jazz italiano (n. Trieste 1939). Dopo i primi studi di pianoforte, si è dedicato alla tromba dal 1956. Ha suonato con il sassofonista argentino L. Gato Barbieri, e nel 1965 ha fatto parte del quartetto di S. Lacey. A New York (1967-77) ha collaborato con R. Rudd, P. Motian, B. Dixon, C. ... Gaetano, Rino Cantautore italiano (Crotone 1950 - Roma 1981). Trasferitosi ancora bambino a Roma, ha iniziato sin da adolescente a comporre i primi brani. Ancora giovanissimo si è esibito al Folkstudio di Roma, dove è stato scoperto da V. Micocci; nel 1973 ha debuttato con la casa discografica It pubblicando (con ...
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