TENANI, Mario
– Nacque a Ferrara il 9 novembre 1886, da Vittorio, orologiaio, e da Santina Vecchi.
Dopo gli studi liceali, nel 1908 si laureò in fisica, con lode, alla Scuola normale superiore di Pisa, dove rimase per i due anni successivi in qualità di borsista e assistente incaricato. Nei suoi primi anni passati a Pisa svolse un’attività incentrata su argomenti di ottica fisica, e pubblicò i suoi primi lavori sugli effetti ottici indotti dai campi elettrici o magnetici: Il fenomeno di Zeeman e il secondo principio della termodinamica (in Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XVII (1908), pp. 714-717); Sulla scomposizione magnetica delle linee spettrali (ibid., XVIII (1909), pp. 595-601); Sul comportamento magnetico-ottico della linea b4 del magnesio (ibid., pp. 677-683). Pubblicò inoltre la sintesi Esperimenti intorno all’effetto della luce sulla conducibilità del vapore di ipoazotide (ibid., pp. 16-18).
A Pisa conobbe Emilia (Lina) Puntoni, che divenne sua moglie.
A partire dal 1918 e fino al 1923, Tenani diresse la Regia Stazione aerologica di Vigna di Valle a Bracciano che, prima base scientifica in Italia, dal giugno del 1911 compiva le prime rilevazioni dei dati meteorologici e climatologici e l’esplorazione dell’alta atmosfera per conto dell’Aeronautica militare.
In questo periodo Tenani cominciò a dedicarsi alla parte più importante della sua attività di ricerca, la fisica terrestre; affrontò numerosi problemi, allora ancora irrisolti, sulle misurazioni dei parametri fisici legati all’aviazione, come la definizione precisa dell’altimetria, la valutazione della velocità per mezzo di misure anemometriche, la misura della temperatura e della pressione alle diverse quote. L’attività di ricerca compiuta presso la stazione aerologica lo portò a sperimentare, tra gli altri, un Nuovo metodo di misura dei moti orizzontali e verticali dell’atmosfera per mezzo di un pallone pilota frenato (in Il nuovo cimento, s. 6, XI (1916), 1, pp. 87-94).
Nel 1923 fu nominato professore di meteorologia e geofisica presso l’Istituto idrografico della Marina a Genova dove svolse, oltre alla sua attività di docenza, anche una intensa e proficua attività di ricerca.
In quella sede organizzò il Servizio informazioni meteo Marina, dedicandosi allo studio dei problemi meteorologici e dell’atmosfera, e pubblicando con il comandante Giorgio Giorgis il Manuale di meteorologia nautica con atlante meteorologico (Genova 1942), che rappresentò il testo di riferimento per generazioni di meteorologi.
Si dedicò allo studio del magnetismo terrestre allestendo e dirigendo l’Osservatorio magnetico permanente, costruito sopra la torre della Specola del forte Castellaccio a Genova dopo la chiusura dell’analogo osservatorio di Pola, edificato durante l’impero austro-ungarico.
Risultato di questa attività sono i numerosi studi di grande interesse sulle misure magnetiche terrestri (Nuovo metodo di misura della declinazione e della inclinazione magnetica, in La ricerca scientifica, XII (1941), pp. 1135-1140) e sui fenomeni di induzione magnetica che il campo magnetico terrestre esercita sulle navi in ferro, concentrandosi, più precisamente, sulle condizioni del campo magnetico nel luogo dove è collocata la bussola navale (il cosiddetto magnetismo navale). Tenani tentò di risolvere questo problema, che influenzava i sistemi di orientamento nella navigazione, definendo i principi costruttivi delle bussole magnetiche per l’uso sia marittimo sia aeronautico, sperimentando anche un tipo di bussola particolarmente adatta per la navigazione veloce e per gli aerei. Per questo lavoro gli fu conferita una medaglia d’oro dal ministero della Marina.
Elaborò i dati magnetici raccolti durante la spedizione scientifica che Filippo De Filippi condusse, tra il 1913 e il 1914, nell’Himalaya, Karakorum e Turkestan. Fu coautore, insieme a Giovanni Giorgi, Eugenio Modena ed Emilio Servadio, della voce Magnetismo per l’Enciclopedia italiana di Scienze, Lettere ed Arti (XXI, Roma 1934, pp. 928-932).
Tenani perfezionò diversi strumenti geofisici e ideò, tra gli altri, un correntografo, per misure sulle correnti marine, e un induttore terrestre per la misurazione dell’inclinazione e declinazione magnetica terrestre, che aprirono il campo alle applicazioni di misure di paleomagnetismo usate in geologia.
Introdusse anche nuove tecniche di misurazione del regime delle maree, che sviluppò in diverse missioni scientifiche, sia nel Mediterraneo sia nel Mar Rosso. Particolarmente interessanti i risultati derivati dalla spedizione della nave Città di Milano del 1928, che la Regia Marina militare assegnò come supporto alla spedizione polare del dirigibile Italia; durante questa spedizione vennero sviluppate, in collaborazione con l’Istituto idrografico della Marina, ricerche di fisica terrestre, di mareografia e di mappatura dei fondali e delle coste alle quali Tenani partecipò studiando le maree nella Baia del Re, nelle isole Svalbard.
Fu un attivo collaboratore della rivista Scientiarum Nuncius radiophonicus della Accademia pontificia dei Nuovi Lincei – che si prefiggeva di divulgare le notizie scientifiche in latino –, sulla quale pubblicò, tra gli altri, il contributo De newtonio sextante (X (1931), p. 8).
Notevole fu la sua capacità didattica, sia nelle fasi formative del personale tecnico sia nell’elaborazione di numerosi manuali – interessanti per la nuova concezione didattica – relativi agli elementi di navigazione, al magnetismo, alle maree, ai radioservizi per la navigazione, alla teoria degli scandagli d’alto mare, divenuti spesso libri di testo per ufficiali dell’Accademia navale.
Nel 1936 vinse il concorso per la cattedra di fisica terrestre all’Università di Napoli e nel 1937 quello per la cattedra di meteorologia e oceanografia all’Istituto superiore navale della stessa città decidendo, però, di rimanere all’Istituto idrografico a Genova. Nei suoi ultimi anni di vita riprese le sue ricerche in ambito meteomarino, studiando, tra l’altro, le maree (Maree e correnti di marea, Genova 1940) e le Relazioni tra la velocità del vento e le caratteristiche del moto ondoso al largo e in costa (in Geofisica pura e applicata, XXI (1952), 1, pp. 131 s.).
Una delle sue ultime pubblicazioni, terminata quando il suo stato di salute era già precario, fu il lavoro di sintesi Nozioni teoriche fondamentali sulla formazione e trasformazione delle onde. Nuovi metodi grafici di calcolo e di previsione (Genova 1952), che risultò di particolare importanza per la previsione dello stato del mare e quindi per l’accurata progettazione di frangiflutti, moli e di tutte le opere portuarie in genere, in funzione dell’onda di traversia che si forma per causa dell’intensità e direzione dei venti predominanti.
Nel giugno del 1921 venne insignito, a pari merito, del premio per la chimica e la fisica offerto dal ministero della Pubblica Istruzione; per i servizi resi, fu premiato anche dalla Marina militare con medaglia d’oro negli anni 1931 e 1943, e con medaglia d’argento nel 1953. Tenani fu anche libero docente di fisica terrestre presso la facoltà di scienze e per il corso di laurea in geografia dell’Università di Genova.
Delegato italiano a conferenze internazionali di idrografia, di geodetica e di geofisica, fu membro del Comitato della fisica del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e della Commissione internazionale dell’Associazione di oceanografia; fu anche presidente dell’Associazione geofisica italiana, dal 1953 al 1955, e del Centro talassografico Tirreno, fondato a Genova nel 1949. Dal 1947 fu socio corrispondente e, in seguito, socio nazionale della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali dell’Accademia nazionale dei Lincei.
La sua intensa attività scientifica è documentata da oltre 100 pubblicazioni e da un notevole numero di lavori inediti in quanto di carattere militare riservato.
Morì improvvisamente il 28 aprile 1955 a Genova.
Fonti e Bibl.: Roma, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Archivio storico, serie III, Personale, b. 25, f. 146, Tenani Mario. Istituto nazionale di geofisica. Genova, 1941-1952.
M. Canò, Commemorazione, in Annali di ricerche e studi di geografia, XI (1955), 4, pp. 190 s.; M. T., in Archivio di oceanografia e limnologia, X (1955), pp. 253 s.; G. Aliverti, M. T., in Annali dell’Istituto universitario navale di Napoli, XXV (1956), pp. 415 s.; P. Caloi, Pionieri italiani della geofisica, in Annali di geofisica, XVII (1964), p. 192.