BORZACCHINI, Mario Umberto
Nato a Terni il 28 sett. 1898 da Remo e da Maria Rejtei, appena quattordicenne si occupò come meccanico alle dipendenze di Americo Tomassini, pioniere dell'automobilismo ternano, da cui rilevò dopo la prima guerra mondiale un'autorimessa. Spinto da una forte passione per le corse, profondo conoscitore di motori, acquistò nel 1925 una Salmson 1100, che adattò con sapienti modifiche alle competizioni, vincendo nello stesso anno la gara in salita Spoleto-Forca di Cerro e giungendo secondo nel Criterium di Roma.
Sempre con la Salmson il B. si affermò nel 1926 vincitore di categoria nella Targa Florio, conseguendo altri successi (Coppa di Camaiore, Circuito di Frascati) e piazzamenti (secondo nel Circuito del Mugello, nel Circuito di Padova e nel Criterium di Roma). L'anno successivo, dopo aver vinto nuovamente la Targa Florio e la Coppa Camaiore, passò alla casa Maserati affermandosi nella Coppa della Collina pistoiese e nel 1928 nella Coppa Etna e nel Criterium di Roma. Nel 1929 il B. raggiunse finalmente una più vasta popolarità, grazie anche al prestigioso primato dei 10 km lanciati, conquistato alla guida della Maserati sedici cilindri nel Circuito di Cremona in 2'26"30 alla media di km/h 246,069 (il primato precedente era stato stabilito nel 1928 da Campari in 2'45"4 alla media di km/h 217,654); nello stesso anno si piazzò secondo al Gran Premio di Tripoli, che vinse nel 1930. Dopo un'avventurosa partecipazione al Gran Premio di Indianapolis, il B. entrò a far parte della "scuderia" Ferrari e su Alfa Romeo vinse la Pontedecimo-Giovi (1930 e 1932) e il Circuito di Avellino (1931), ottenendo piazzamenti nel Gran Premio di Monza (secondo nel 1931), nella Targa Florio (secondo assoluto nel 1931 e 1932), nel Gran Premio d'Italia (secondo con F. Minoia nel 1931 e terzo nel 1932), nella Coppa della Consuma (secondo nel 1931), nella Pontedecimo-Giovi (terzo nel 1931 e secondo nel 1933).
La vittoria che rese popolare il B., circondandolo di una fama di pilota impetuoso e tuttavia dotato di grande sangue freddo, fu colta alle Mille Miglia nel 1932 (in coppia con A. Bignami su Alfa Romeo 2300). Nel 1933, vinta la Susa-Moncenisio, si presentò al Gran Premio di Monza con il ruolo di favorito (nelle prove aveva stabilito il primato sul giro di M 4.500 in 1'17" alla media di km/h 210, 389), ma durante lo svolgimento della seconda batteria eliminatoria, nell'affrontare per la prima volta la curva sud dell'autodromo, il B. perdette il controllo della macchina e venne scaraventato sull'asfalto. Trasportato all'ospedale di Monza, vi morì, poche ore dopo, il 10 sett. 1933.
Fonti eBibl.:Necrologi in La Gazzetta dello Sport, 11 sett. 1933; Il Messaggero dello Sport, 11 sett. 1933; Corriere della Sera, 11 sett. 1933; v. inoltre E. A. Carli, Settant'anni di gare automobilistiche in Italia, s.l. 1967, pp. 106-602 passim.