VARGAS LLOSA, Mario
Scrittore e uomo politico peruviano, naturalizzato spagnolo, nato ad Arequipa il 28 marzo 1936. Nel 2010 è stato il primo scrittore peruviano ad aggiudicarsi il premio Nobel per la letteratura per «la sua cartografia delle strutture del potere e per la sua acuta immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo».
Di estrazione borghese, dopo il divorzio dei genitori, visse la prima infanzia con la famiglia materna tra Cochabamba (Bolivia) e Piura (Perù). Nel 1946 la ricomparsa del padre, che credeva morto, sconvolse la vita del ragazzo e da lì in poi il loro rapporto fu sempre conflittuale. Costretto a frequentare l’accademia militare durante la dittatura di Manuel Arturo Odría, nel 1953 V. L., abbandonò il collegio e si iscrisse all’Universidad nacional mayor de San Marcos di Lima dove studiò diritto e letteratura, laureandosi nel 1958 e proseguendo la propria formazione in Europa.
Il debutto letterario avvenne sul finire degli anni Cinquanta con la pubblicazione dei suoi primi racconti, Los jefes (1959; trad. it. I capi, 1978), ed egli si affermò già con i successivi romanzi incentrati sui soprusi dei potenti e sullo sfruttamento dei più deboli: La ciudad y los perros (1963; trad. it. La città e i cani, 1967), La casa verde (1966; trad. it. 1970), Los cachorros (1968; trad. it. I cuccioli, 1978) e Conversación en la catedral (1969; trad. it. Conversazione nella cattedrale, 1971). Realistici e autobiografici, narrati in uno stile corale e brechtiano, questi primi lavori, critici dell’autorità e del potere oscurantista dell’epoca, riflettono la sua iniziale simpatia per Fidel Castro e la rivoluzione cubana, simpatia che poi andò scemando fino alla critica più aspra.
Tra gli anni Settanta e il finire del 20° sec., proprio l’insoddisfazione verso gli sviluppi della rivoluzione castrista (che peraltro lo allontanò per sempre dall’amico Gabriel García Márquez), condusse V. L. a ricercare altri registri narrativi e a cimentarsi con successo nel genere umoristico (Pantaleón y las visitadoras, 1973, trad. it. Pantaleon e le visitatrici, 1975) e in quello erotico (La tía Julia y elescribidor, 1977, trad. it. La zia Julia e lo scribacchino, 1979; Elogio de la madrastra, 1988, trad. it. Elogio della matrigna, 1999; Los cuadernos de don Rigoberto, 1997, trad. it. I quaderni di don Rigoberto, 1997), pur mantenendo costanti l’impegno politico e le tematiche di rivolta sociale (La guerra del fin del mundo, 1981, trad. it. La guerra della fine del mondo, 1983; Historia de Mayta, 1984, trad. it. Storia di Mayta, 1985; Quién mató a Palomino Molero?, 1986, trad. it. Chi ha ucciso Palomino Molero?, 1987; El hablador, 1987, trad. it. Il narratore ambulante, 1988; Lituma en los Andes, 1993, trad. it. Il caporale Lituma sulle Ande, 1995). Nel 1993, all’indomani della sconfitta elettorale del 1990 che lo aveva visto candidarsi alla presidenza della Repubblica con una coalizione di centrodestra, pubblicò El pez en el agua (trad. it. Il pesce nell’acqua, 1994), un’autobiografia incentrata proprio sulla recente esperienza politica. Nello stesso anno ottenne la cittadinanza spagnola e si trasferì definitivamente a Madrid.
Della sua ultima produzione si ricordano La fiesta del chivo (2000; trad. it. La festa del caprone, 2001), storia dell’attentato in cui morì, nel 1961, Rafael Leónidas Trujillo, detto il caprone, dittatore di Santo Domingo; El paraíso en la otra esquina (2003; trad. it. Il Paradiso è altrove, 2003), storia incrociata del pittore Paul Gauguin e di sua nonna Flora Tristán, protofemminista e rivoluzionaria, le cui vicende sono narrate in parallelo; Travesuras de la niña mala (2006; trad. it. Avventure della ragazza cattiva, 2006), struggente storia d’amore tra il giovane Ricardo e la niña mala, una guerrigliera in partenza per Cuba; El sueño del Celta (2010; trad. it. Il sogno del Celta, 2011), romanzo biografico sul patriota irlandese Roger Casement che additò le brutture del colonialismo in Africa e in America Latina; El héroe discreto (2013; trad. it. L’eroe discreto, 2013), storia di un uomo onesto che si ribella alla corruzione e all’ingiustizia.
‘Schiavo’ volontario e felice della letteratura, come si definì in un’intervista, ha scritto anche numerosi testi teatrali, articoli e saggi, tra cui Elogio de la lectura y la ficción (2011; trad. it. Elogio della lettura e della finzione, 2011), discorso pronunciato alla cerimonia di assegnazione del premio Nobel in cui ricorda come avere imparato a leggere sia stato l’evento più importante della sua vita.
Bibliografia: S. Castro-Klarén, Understanding Mario Vargas Llosa, Columbia 1990; G. Fernández Ariza, La morada del fantasma. Itinerarios artísticos de Mario Vargas Llosa, Roma 2007.