ZAGARI, Mario
– Nacque a Milano il 14 settembre 1913 da Rodolfo, avvocato, e da Maria Agnoletto.
Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Milano, fu borsista in economia politica all’Università di Berlino. Ufficiale degli alpini, prese parte alla seconda guerra mondiale nella Divisione Julia, ottenendo una decorazione al valor militare. Dopo l’8 settembre 1943 fu arrestato a Roma e rinchiuso a Regina Coeli, da cui riuscì a evadere. Partecipò, nel periodo clandestino, alla riorganizzazione del Partito socialista italiano di unità proletaria (PSIUP), battendosi perché nella dichiarazione programmatica fosse indicato l’obiettivo di una federazione europea.
Nel 1945, da una relazione con l’attrice Elena da Venezia, nacque il figlio Franco, che divenne architetto e docente universitario. Nel 1946 entrò a far parte della direzione del PSIUP come rappresentante della corrente Iniziativa socialista e fu eletto all’Assemblea costituente, contribuendo alla stesura dell’articolo 11. Responsabile esteri del Partito, si dimise il 7 novembre dello stesso anno rifiutando la concezione del ‘socialismo in un paese solo’ e auspicando l’autonomia rispetto ai due blocchi e l’unità d’azione della classe operaia in Europa. Nel gennaio del 1947 Zagari fu quindi tra i promotori della scissione socialdemocratica ed entrò nel Partito socialista dei lavoratori italiani (PSLI) fondato da Giuseppe Saragat, di cui divenne vicesegretario. Deputato nel 1948 nella prima legislatura repubblicana, nel dicembre del 1949, dopo essersi astenuto sulla ratifica del Patto atlantico, fondò con Piero Calamandrei, Tristano Codignola, Aldo Garosci, Matteo Matteotti, Ugo Guido Mondolfo, Giuseppe Romita, Ignazio Silone il Partito socialista unitario.
Nel 1953, dopo il fallimento della legge elettorale maggioritaria, alla cui approvazione si era opposto, Zagari rientrò nel Partito socialista democratico italiano (PSDI) saragattiano e fu nominato direttore del quotidiano La Giustizia. Dimessosi nel febbraio del 1954, dopo la formazione del governo Saragat-Scelba, dall’esecutivo del partito, nel 1959 entrò, con il Movimento unitario di iniziativa socialista, nel Partito socialista italiano (PSI), nelle cui liste fu eletto deputato nel 1963, 1968, 1972 e 1976. Dal 1964 al 1968 fu sottosegretario di Stato agli Affari esteri nel II e III governo Moro, con la delega alle relazioni culturali e alla cooperazione tecnica e scientifica internazionale, che promosse soprattutto nei confronti dei Paesi in via di sviluppo, ma battendosi anche per l’ingresso della Gran Bretagna nella CEE. Il 29 maggio 1970 sposò Christiane Piguet, di origine svizzera, da cui l’anno successivo nacque il figlio Cristiano, poi esperto di temi europei e internazionali. Sempre nel 1970 divenne ministro del Commercio con l’estero nel III governo Rumor, riaprendo i rapporti commerciali con la Cina popolare, che visitò nel 1971, e successivamente, fino al 1972, nel governo Colombo. Ministro di Grazia e Giustizia nel IV e V governo Rumor (1973-1974), promosse la riforma del processo civile del lavoro e quella penitenziaria. In questa veste fu testimone al processo di Catanzaro sulla strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969), confermando l’esistenza di un accordo a livello governativo per l’opposizione del segreto di Stato sull’appartenenza al SID (Servizio Informazioni Difesa) di Guido Giannettini.
Convinto europeista fin dal periodo della Resistenza, consapevole però dei limiti del processo di integrazione europeo, «concepito come un’operazione di vertice e non come la manifestazione di un movimento popolare» (Il Psi e la sinistra europea, in Sinistra europea, 1976, ottobre-novembre, p. 3), nel 1979 Zagari fu eletto nelle prime elezioni dirette per il Parlamento europeo, di cui divenne uno dei vicepresidenti e nel quale fu poi confermato nel 1984.
Morì a Roma il 29 febbraio 1996.
Opere. La sfida europea, Milano 1968; La componente culturale, in Inchiesta sulla politica estera italiana, Roma 1970; Superare le sfide, Milano 1975; La sinistra e l’Europa ieri e oggi, in La sinistra europea nel secondo dopoguerra, a cura di M. Petricioli, Firenze 1981, pp. 256-271; Mario Zagari e l’Europa. Scritti e discorsi, 1948-1993, a cura di G. Muzzi, introduzione di G. Arfé, Manduria 2006.
Fonti e Bibl.: Firenze, Fondazione di studi storici Filippo Turati, Carte Zagari.
L. Solari, I giovani di Rivoluzione socialista, Roma 1964; F. Taddei, Il socialismo italiano del dopoguerra: correnti ideologiche e scelte politiche (1943-1947), Milano 1984; M. Degl’Innocenti, Storia del Psi, III, Dal dopoguerra a oggi, Roma-Bari 1993; S. Neri Serneri, Resistenza e democrazia dei partiti. I socialisti nell’Italia del 1943-1945, Manduria 1995; G. Arfé, M. Z., la lunga lotta per l’autonomia e l’Europa, in Mondoperaio, 1996, ottobre-novembre, pp. 23-25; G. Vassalli, In nome del socialismo europeo per una sinistra meno provinciale, ibid., pp. 26-30; M. Z. L’europeista, il leader socialista, l’uomo di stato, Roma 2006; D. Pipitone, Il socialismo democratico italiano fra la Liberazione e la legge-truffa, Milano 2013