GIJSEN, Marnix (pseud. di Jan-Albert Goris)
Romanziere e saggista belga, nato ad Anversa il 20 ottobre 1899; conseguita la laurea in scienze storiche, abbracciò la carriera diplomatica che lo portò per diversì anni negli Stati Uniti.
La sua prima opera letteraria, la poesia Loflitanie van Sint Franciscus van Assisjë ("Litania in lode di S. Francesco d'Assisi", 1920), ristampata in Het huis ("La casa", 1925), s'ispira ancora a un cattolicesimo militante. Nel dopoguerra si presenta, ateo e più cinico, come romanziere. Nei suoi libri, che rendono una problematica morale in forma aneddotica, verrà spesso contrapposta la vita del singolo a quella della comunità con le sue banali sicurezze; l'individuo viene fra l'altro confrontato con l'insegnamento confessionale di un tempo in Telemachus in het dorp ("T. nel paese", 1948), con le autorità durante il servizio militare nella commovente storia d'amore Klaaglied om Agnes ("Elegia per A.", 1951); l'intellettuale europeo viene posto di fronte al Nuovo Mondo degli Stati Uniti in De vleespotten van Egypte ("Le caldaie di Egitto", 1952) e in Lucinda en de lotoseter ("L. e il lotofago", 1959); il tutto sempre, ma soprattutto in Goed en kwaad ("Il bene e il male", 1950), evidenziando l'insufficienza e l'ipocrisia della moralità della società. Insuperato nella sua produzione rimarrà, comunque, il primo romanzo Joachim van Babylon ("J. di Babilonia", 1947) che analizza, con lacerante onestà, una crisi personale, basandosi sulla famosa storia apocrifa della Bibbia.
Bibl.: R. Goris, J. Greshoff, Marnix Gijsen, 1955; G. Knuvelder, M. Gijsen, in Spiegelbeeld, 1964; M. Gijsen, Zelfportret, gevleid natuurlijk, 1965; A. Raman, Bibliografie van M. Gijsen, Hasselt 1973.