Marocco (Morrocco)
Regione che occupa l'estremo lembo occidentale dell'Africa, corrispondente al Magrib al Aqsa (l'estremo occidente) dei geografi arabi; si affaccia al Mediterraneo e all'Atlantico.
Fu abitata fin dalla preistoria. Nel IV secolo a.C. vi si formò il regno indipendente della Mauretania che, dopo la conquista romana, avvenuta nel 42 d.C., fu diviso in due province. Dopo il passaggio dei Vandali, e dopo l'occupazione bizantina, che rivestì scarsa importanza, avvenne, tra i secc. VII e VIII, la conquista araba, che ebbe notevoli conseguenze per la diffusione della religione musulmana e per l'introduzione della lingua araba. Ai tempi di D. dal M., che era governato da sovrani della dinastia dei Merinidi, proveniva una parte della lana negoziata dai Fiorentini (Davidsohn, Storia IV II 839).
In Pg IV 139 D. si serve del M. per un'indicazione di tempo in chiave astronomica: E già il poeta innanzi mi saliva, / e dicea: " Vienne omai; vedi ch'è tocco / meridïan dal sole, e a la riva / cuopre la notte già col piè Morrocco ".
È mezzogiorno al Purgatorio, quindi mezzanotte a Gerusalemme; è l'alba alle foci del Gange, 90° a est di Gerusalemme nella concezione dantesca della gran secca (If XXXIV 113), è il tramonto, ossia l'inizio della notte, che già a la riva lo cuopre... col piè (Ovidio Met. II 142-143 " Dum loquor, Hesperio positas in litore metas / umida nox tetigit "), in Marocco. Il M., meglio la sua estremità settentrionale, sta a indicare l'estremo occidente, 90° a ovest di Gerusalemme; ha lo stesso valore di riferimento di Gade (v.), Ibero (v. EBRO), Siviglia (v.). Per la questione si veda anche GERUSALEMME.
In If XXVI 104 Ulisse, nella descrizione dei suoi viaggi, dice: L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna, / fin nel Morrocco, e l'isola d'i Sardi, / e l'altre che quel mare intorno bagna.
Il litorale marocchino indica l'estremità occidentale della costa africana bagnata dal Mediterraneo. Ed è città del M. una delle due città che Ulisse oltrepassa prima di varcare le colonne d'Ercole: Ceuta (v.), la Setta dantesca del v. 111. Il Casella sostiene che per il passo D. ebbe presente una carta terrestre costruita secondo la descrizione geografica di Orosio. Da ricordare infine che l'Anonimo colloca il M. in Spagna.
Bibl.- M. Casella, Questioni di geografia dantesca, in " Studi d. " XII (1927) 77; G. Buti-R. Bertagni, Commento astronomico della D.C., Firenze 1966, 85, 122.