Marocco
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Geografia umana ed economica
di Paolo Migliorini
Stato dell'Africa nord-occidentale. Al censimento del 2004 la popolazione del M. ammontava a 29.476.000 ab. (31.478.000 a una stima del 2005). L'andamento del tasso di accrescimento annuo indica una progressiva diminuzione (da 2,4% negli anni Ottanta a 1,5% nel periodo 2000-2005); la struttura per classi di età denota una componente giovanile molto elevata (nel 2005 il 31% della popolazione aveva meno di 15 anni). Gli espatriati residenti all'estero, per lo più in Spagna e in Francia, erano circa 1.700.000 nel 2002. Nella classifica mondiale dei Paesi in base all'indice di sviluppo umano del 2004 (UNDP, 2006) il M. occupa il 123° posto su 177 Stati. Dall'inizio dell'ultimo decennio del Novecento il M. ha portato avanti un impegnativo programma di ristrutturazione dell'economia nazionale, i cui principali obiettivi sono stati l'innalzamento del tenore di vita della popolazione, il contenimento della disoccupazione e il rilancio dello sviluppo. In vista di queste finalità i governi che si sono succeduti hanno cercato di creare le condizioni più favorevoli per attirare investimenti dall'interno e dall'estero, riducendo la burocrazia e la corruzione, modernizzando il sistema finanziario e privatizzando il settore delle telecomunicazioni, quelli dell'energia e dell'acqua. Provvedimenti sono stati presi anche per riportare sotto controllo la spesa pubblica, per ridurre il deficit del bilancio statale e per riformare il mercato del lavoro, con risultati che sono stati considerati apprezzabili da istituzioni finanziarie internazionali, quali il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, ma che hanno dato luogo a contrasti tra sindacati e governo, retto a partire dal 1998 da una coalizione di centrosinistra. Nel 1996 è stato concluso un accordo di cooperazione, entrato in vigore nel 2000, con l'Unione Europea, i cui Paesi sono i maggiori partner commerciali del M. (la Francia da sola fornisce un quarto delle importazioni e riceve un terzo delle esportazioni del M.). Da segnalare anche la conclusione, nel 2004, di un accordo bilaterale di libero scambio con gli Stati Uniti, che è apparso come un importante passo avanti del progetto statunitense di un Grande Medio Oriente esteso, secondo il presidente G.W. Bush 'dal Marocco al Pakistan'. Tuttavia la Francia è impegnata nella difesa della sua influenza nel regno del M., come ha confermato una visita di Stato del presidente J. Chirac nel 2003, che ha esaltato la 'amicizia indefettibile' tra la Francia e il suo antico protettorato. Il settore agricolo, pur concorrendo nel 2004 alla formazione del PIL nella misura di circa il 17%, rimane un settore chiave dell'economia, occupando oltre il 45% delle forze di lavoro. L'inaffidabilità delle precipitazioni rappresenta un problema cronico per l'economia agricola marocchina che, verso la fine degli anni Novanta, ha subito forti crisi di produzione per effetto di una prolungata siccità, con sfavorevoli ripercussioni sullo sviluppo complessivo dell'economia. Le risorse energetiche del M. sono ancora modeste; le fonti idroelettriche sono limitate dalla carenza di acqua, e i giacimenti di carbone sono pressoché esauriti. La scoperta nel 2000 di depositi di idrocarburi negli altipiani interni ha suscitato la speranza che ci potessero essere riserve significative, ma le ricerche successive hanno fornito risultati deludenti. Si ritiene, tuttavia, che potrebbero esserci importanti depositi off-shore. Il M. rimane ai primi posti nel mondo per la produzione di fosfati, e tale ruolo si è rafforzato dopo l'annessione del Sahara Occidentale (1979), dove è ubicata la maggior parte delle riserve (58 milioni di t). Il M. è il più grande esportatore mondiale di fosfati grezzi e di prodotti derivati (chimici e fertilizzanti). Nel 2004 il settore industriale concorreva a formare il 32,7% del PIL impiegando il 19,5% delle forze di lavoro. Tradizionalmente il settore è dominato dall'industria tessile, dell'abbigliamento e agroalimentare, ma il governo si adopera per promuovere una maggiore diversificazione, attirando investimenti dall'estero, anche per accrescere le opportunità di occupazione. Nel 2001 a Casablanca è stato inaugurato il primo di quattro parchi tecnologici progettati, nel quale sono presenti diverse aziende straniere dell'elettronica. Sebbene la maggior parte delle attività economiche del Paese rimanga concentrata lungo l'asse Casablanca-Rabat, si registra la tendenza a indirizzare le nuove iniziative in zone meno sviluppate: il problema degli squilibri regionali è particolarmente accentuato in M., dove il reddito pro capite in certe regioni, come il Sahara Occidentale, cade al di sotto di 200 dollari. Il deficit strutturale della bilancia commerciale appare parzialmente compensato dal turismo (4,5 milioni di turisti nel 2003) nonché dalle rimesse degli emigrati.
Storia
di Silvia Moretti
Il passaggio dal 20° al 21° sec. in M. fu caratterizzato dalla successione al trono del principe ereditario Sidi Muḥammad, divenuto re Muḥammad vi, figlio del defunto Ḥasan ii, morto nel luglio 1999. Nei primi mesi di regno alcuni gesti simbolici del nuovo sovrano sembrarono suggerire una certa liberalizzazione politica del regime: per es, il decreto di amnistia per i prigionieri politici, del quale beneficiarono anche alcuni militanti islamici; il ritorno in patria dei dissidenti, tra cui i familiari di M. Ben Barka, oppositore politico del regime di Ḥasan ii, sequestrato e ucciso in circostanze mai chiarite a Parigi nel 1965; ma soprattutto l'allontanamento dal governo del potente ministro degli Interni D. Basri, deciso nel novembre 1999 e accolto con entusiasmo all'interno e all'esterno del Paese. Nel corso del 2000 prese le mosse un importante confronto tra la monarchia e le forze musulmane moderate: la grande forza d'impatto degli estremisti islamici nella società, infatti, spaventava non poco la monarchia decisa a inaugurare un piano di riforme e modernizzazione, e consapevole di dover instaurare un dialogo con i sudditi. Nella primavera del 2000, per es., alcune centinaia di migliaia di manifestanti scesero in piazza contro la proposta governativa di riformare in favore delle donne uno degli statuti di famiglia che appariva come uno dei più retrogradi del mondo arabo. Contestualmente riprendeva vigore, dopo anni di dura repressione, il movimento islamista più radicale che da sempre raccoglieva un ampio consenso nelle zone più povere del Paese. Nelle periferie delle città andavano sempre più radicandosi organizzazioni fondamentaliste estremiste, considerate tra le più attive nella galassia del terrorismo di matrice islamica: Salafia Jihadia (Salafismo combattente), nata proprio in M. alla fine degli anni Novanta, al-Assirat al-Moustaquim (la Retta Via), fondata all'inizio degli anni Settanta come filiazione dei Fratelli Musulmani e, tra le più pericolose, al-takfir W'al Hijra (Anatema ed Esodo) che costituiva una seria minaccia per la corona, considerata troppo succube dell'Occidente. Nel settembre 2002 nel Paese si svolsero le elezioni legislative che fecero registrare il successo, con 50 seggi, dell'Unione socialista delle forze popolari del primo ministro 'Abd al-Rahman Yusufi e del partito alleato Istiqlal (48 seggi); 42 seggi furono aggiudicati al Partito della giustizia e dello sviluppo. Il mese successivo il re nominò primo ministro D. Jettou, un indipendente, già ministro degli Interni. Il 16 maggio 2003 un attacco suicida coordinato colpiva quasi simultaneamente diversi obiettivi (un ristorante spagnolo, il consolato belga, un centro ebraico e un albergo) a Casablanca, uccidendo 45 persone e ferendone oltre 100. Le autorità riconobbero dietro l'attentato la responsabilità di al-Assirat al-Moustaquim e procedettero con estrema rapidità a numerosi arresti (appena fermato, uno dei principali sospettati morì in custodia delle forze di polizia). Tra luglio e agosto oltre 700 persone furono indagate in relazione ai fatti e molti terroristi, anche della Salafia Jihadia, furono condannati a morte; le misure antiterrorismo furono rinforzate, ampliando il numero di reati punibile con la pena di morte. Contemporaneamente Muḥammad vi proseguiva nel suo piano di modernizzazione del Paese: la battaglia più importante fu quella per un nuovo codice di famiglia approvato in Parlamento nel gennaio 2004. In osservanza a "un principio di giustizia familiare equa e moderna", il codice abolì il ripudio e il principio di sottomissione della moglie al marito, rendendo quasi impossibile la poligamia. Su questa scia andavano considerati anche gli inviti della monarchia a non promuovere l'uso del velo, arrivando a bandire dalle scuole elementari i libri di testo con rappresentazioni di donne velate (2006). Un'altra battaglia significativa fu quella promossa da Muḥammad vi per fare luce sulle violazioni dei diritti umani compiute in M. tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta, durante il lungo regno del padre Ḥasan ii; alla fine del 2005 la Commissione per l'equità e la riconciliazione presentò al re un rapporto dettagliato sulle vittime della repressione e sul ruolo della polizia politica del Paese. In questo ambito presero maggiore consistenza le rivelazioni di un ex membro dei servizi segreti del M. circa il coinvolgimento dei servizi marocchini (e francesi) nel rapimento e nell'uccisione di Ben Barka. In politica estera nei primi anni del nuovo secolo i rapporti tra la Spagna e il M. subirono un andamento altalenante: uniti nel combattere il terrorismo, dopo gli attentati di Madrid del marzo 2004 (che avevano visto coinvolti numerosi marocchini), i due Paesi vararono un piano congiunto di prevenzione contro il terrorismo e il crimine organizzato.Tensione provocò nel corso del 2005 il continuo traffico di clandestini dal M. alla Spagna; più volte nel corso dell'anno, infatti, le enclave spagnole di Ceuta e Melilla sulla costa settentrionale marocchina furono prese d'assalto per entrare illegalmente in Spagna. Ancora difficili apparivano i rapporti tra il M. e il Frente Polisario, il movimento di liberazione nazionale del Sahara Occidentale; nel 2004 e nel 2005 due risoluzioni dell'ONU ribadivano l'urgenza di avviare il piano per l'autodeterminazione del popolo saharawi, il cui status finale sarà stabilito da un referendum da svolgersi sotto l'egida delle Nazioni Unite. Nel 2006 il rilascio da entrambe le parti di prigionieri lasciava ben sperare sulle sorti del conflitto monitorato dal 1991 dalla MINURSO (United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara).
bibliografia
A.B. Berkani, Le Maroc à la croisée des chemins, Paris 2005; M. Zeghal, Les islamistes marocains, Paris 2005; H. Malka, Arab reform and foreign aid: lessons from Morocco, Washington DC 2006.