MARONEA (Μαρώνεια, Maronēa)
Antica città greca sulla costa del Mare Egeo in Tracia, circa a metà strada tra le foci dell'Ebro e del Nesto, a oriente di Abdera, non lungi dalla località odierna omonima, nel territorio dei Ciconi, come le altre due città a oriente di essa sulla costa tracia, Ismaro e Strime. Fu fondata dai Chii probabilmente nel 7° secolo a. C. Fino dai tempi più antichi, e per tutta l'età romana, furono celebrati i vini di quei luoghi: già gli antichi scrittori mettono in relazione il nome di M. con quello di Marone, figlio di Euante, sacerdote di Apollo, che fornì a Ulisse il vino per inebbriare Polifemo; secondo altre leggende Marone è chiamato figlio di Apollo. Le monete della città ne testimoniano l'indipendenza, la ricchezza e, inoltre, il particolare culto in essa prestato ad Apollo e a Dioniso. La più antica menzione di M. è in Ecateo; essa compare dal 454 a. C., nelle liste dei tributi della Lega attica; per merito di Cabria essa entrò anche nella seconda lega fino dal 377 a. C. Circa il 361 a. C. la città era in discordia con Taso per Strime; ma già nel 353 a. C. cessava la sua indipendenza, cadendo essa in mano di Filippo II. Sotto Tolomeo III (247-221 a. C.) subentrò la dominazione egizia, e sotto Antioco III (194-189 a. C.) quella della Siria; liberata da Q. Fabio, fu riacquistata e trattata assai duramente da Filippo V; riebbe da Roma la libertà durante le guerre di Perseo. In epoca bizantina fu sede vescovile.
Bibl.: S. Reinach, in Bull. Corr. Hell., V (1991), p. 87 segg.; VIII (1884), p. 80 segg.; A. Munro, in Journ. Hell. Stud., XVI (1896), p. 318 segg.; Ch. Avezou e Ch. Picard, in Bull. Corr. Hell., XXXVII (1913), p. 141 segg.; G. Kazarow, in Arch. Anzeiger, XXXIII (1918), col. 34 segg.; E. Oberhummer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, col. 1912.