Vedi MARSILIANA dell'anno: 1961 - 1995
MARSILIANA (v. vol. IV, p. 883)
Il toponimo *CaIetra, ricostruito dall'air Caletranus delle fonti latine, continua a essere attribuito al centro etrusco di M. e, sulla base di ulteriori studi di carattere linguistico, tale ricostruzione è stata recentemente consolidata.
Relativamente al complesso delle necropoli messe in luce dagli scavi del principe Tommaso Corsini agli inizî del '900, una serie di restauri e studi sui materiali pervenuti al Museo Archeologico di Firenze ha evidenziato il carattere aristocratico e guerriero della società orientalizzante di M. e la connotazione determinante che in essa assume, al pari delle armi, il possesso degli strumenti di cultura - e, in primis, della scrittura - testimoniato dalla famosa tavoletta-alfabetario dal «Circolo degli Avori»; essa è stata riconosciuta far parte di un servizio scrittorio completo all'interno del corredo funerario. Una serie di indagini e campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza Archeologica per la Toscana si è succeduta a partire dal 1980 in tutto il territorio di M., circostante il colle del Castello Orsini, sulla riva sinistra dell'Albegna. In seguito a essa una quantità di nuovi dati di carattere archeologico ha dato contenuto agli scarni elenchi topografico-catastali presenti nella monografia di A. Minto e fornito elementi utili a una più completa ricostruzione della storia e della cultura del centro antico, l'immagine del quale era stata monopolizzata e complessivamente falsata dalla ricchezza dei corredi delle tombe a fossa delle grandi necropoli orientalizzanti di Banditella e Perazzeta, che erano anche le uniche a essere state sufficientemente scavate. Tale situazione era inoltre ulteriormente alterata dall'incompletezza dei corredi pervenutici per quanto riguardava i materiali fittili - ma anche quelli metallici - a causa delle inadeguate metodologie di scavo e recupero dell'epoca.
Le indagini nella necropoli di tombe a fossa di Uliveto, situata su uno dei colli sovrastanti il piano di Banditella, e in quelle di tombe a camera ipogea o costruita, situate rispettivamente in località Fontin Piccolo e Pianacce, hanno consentito, sulla base dell'analisi dei materiali, di ottenere dati sul rito funerario connesso alle tombe a fossa attorno alla metà del VII sec. a.C. e di accertare il prolungamento della vita dell'abitato di M. sino al pieno VI sec. a.C. Per quanto riguarda la tipologia delle tombe ipogee, è da rilevare la sostanziale uniformità e semplicità della planimetria generale, costituita da una sola camera quadrangolare con breve dròmos di accesso a cielo aperto e porta arcuata scavati nel tufo: sulla base della disposizione e conformazione delle banchine e della presenza o meno di circoli di pietre delimitanti le tombe in superficie, sono stati individuati cinque tipi architettonici, con deposizioni susseguentisi, all'incirca, dalla metà del VII alla prima metà del VI sec. a.C. Il livello qualitativo dei corredi funerari delle tombe a camera sembra inferiore a quello testimoniato dalle tombe a fossa di Banditella e Perazzeta, ma tale considerazione può risultare in realtà falsata dalle violazioni, anche se solo di epoca antica, cui sono risultati esser stati sottoposti tutti i contesti fino a oggi indagati. Di particolare interesse è comunque la presenza di diversi esemplari di ceramica di importazione protocorinzia ed etrusco-corinzia, quest'ultima soprattutto di produzione vulcente, ma anche tarquiniese (Gruppo del Pittore Senza Graffito), nonché di coppe di imitazione ionica.
Relativamente alla consistenza e posizione dell'abitato, una serie di saggi effettuati nel 1982 sulla pendice O del costone del colle prolungantesi a S del castello di M. e soprastante le necropoli di tombe a fossa di Uliveto e Banditella, ha messo in luce numerosi muri di terrazzamento e un breve tratto di un selciato a ciottoli probabilmente pertinente a una strada. Tali strutture erano collegate o parzialmente obliterate da residui di uno strato di distruzione e crollo, con numerosi frammenti di tegole conservati escluŚivamente nelle fasce a contatto, sul lato a valle, dei muri disposti secondo le curve di livello della pendice, totalmente dilavata sull'intera superficie sino al terreno vergine. In base anche all'analisi della notevole quantità di frammenti di ceramica d'impasto e di bucchero, è indubbio che i rinvenimenti sono da riferire a un centro abitato la cui distruzione è da porre, al più tardi, nel corso della prima metà del VI sec. a.C. Di piena età classica sembra invece il modesto abitato rinvenuto in località Pietriccioli, che non scende cronologicamente oltre la prima età ellenistica.
Bibl.: M. Benzi, Gli avorii della Marsiliana d'Albegna, in RendLinc, XXX, 1966, p. 263 ss.; E. Peruzzi, Romolo e le lettere greche, in PP, XXIV, 1969, p. 181 ss.; A. Mazzolai, Mostra del restauro archeologico. Etruria Grossetana (cat.), Grosseto 1970, p. 45 ss.; M. Cristofani, Kotyle d'argento di Marsiliana d'Albegna, in StEtr, XXXVIII, 1970, p. 271 s.; id., Per una nuova lettura della Pania, ibid., XXXIX, 1971, p. 63 ss.; id., Il circolo degli Avori di Marsiliana d'Albegna, in Nuove letture di monumenti etruschi dopo il restauro (cat.), Firenze 1971, p. 31 ss.; E. Peruzzi, Origini di Roma, II, Bologna 1972, p. 35 s.; M. Martelli, Contributi al più antico bucchero decorato a rilievo, in StEtr, XL, 1972, p. 73 ss.; F. Boitani, M. Cataldi, M. Pasquinucci (ed.), Le città etnische, Milano 1973, p. 130 ss.; M. Cristofani, Città e campagna nell'Etruria settentrionale, Arezzo 1976, p. 19 s.; id., Problemi poleografici dell'agro cosano e caletrano in età arcaica, in La civiltà arcaica di Vulci e la sua espansione. Atti del X Congresso di Studi etruschi ed italici, Firenze pp. 235-237; A. Mazzolai, Il museo archeologico della Maremma, Grosseto 1977, pp. 148, 159; V. Saladino, Iscrizioni latine dell'ager Caletranus, in Prometheus, III, 1977, p. 187 ss.; M. Cristofani, Etruschi, cultura e società, Novara 1978, p. 78; id., L'arte degli Etruschi, produzione e consumo, Torino 1977 p. 40; id., in AA.VV., Gli Etruschi in Maremma, Milano 1981, pp. 33, 97; M. Martelli, ibid., p. 221 ss.; W. Eck, E. Pack, Das römische Heba. Materialien aus der Vorarbeit zu CIL XI Suppl. alterum, in Chiron, XI, 1981, pp. 139-168; M. Michelucci, Marsiliana d'Albegna, in StEtr, LI, 1983, p. 449 ss.; M. Martelli, in L'oro degli Etruschi, Novara 1983, p. 267 ss.; M. Michelucci, Caletra, Καλουσιον, Heba. Indagini sugli insediamenti etruschi nella bassa valle dell'Albegna, in M. G. Marzi Costagli (ed.), Studi di antichità in onore di G. Maetzke, I, Roma 1984, pp. 377-392; G. C. Cianferoni, in Cento preziosi etruschi (cat.), Arezzo 1984, p. 103 ss.; M. Cristofani e altri, Gli Etruschi. Una nuova immagine, Firenze 1984, pp. 16; M. Martelli, ibid., p. 173, 178; M. Torelli, L'arte degli Etruschi, Roma-Bari 1985, pp. 31, 109; G. Pianu, I luoghi della cultura figurativa, ibid., p. 315; M. Michelucci, La bassa e media valle dell'Albegna. Heba, in La romanizzazione dell'Etruria: il territorio di Vulci, Milano 1985, p. 113 s; id., Marsiliana d'Albegna: tomba degli avori, in M. Cristofani (ed.), Civiltà degli Etruschi (cat.), Milano 1985, p. 95 ss.; G. C. Cianferoni, in Schätze der Etrusker (cat.), Firenze 1986, pp. 161-183; S. Bruni, G. C. Cianferoni, M. Michelucci, in Etrusker in der Toskana (cat.), Firenze 1987, pp. 97-174; M. Michelucci, Marsiliana d'Albegna, in StEtr, LV, 1989, pp. 484-487; id., Mandano, Marsiliana d'Albegna, in Studi e materiali, VI, 1991, pp. 345-346; A. Renzi, Mandano, Marsiliana d'Albegna, loc. Banditella, ibid., pp. 346-348; M. Cappelletti, in Atlante dei siti archeologici della Toscana, Roma 1992, p. 543 ss.; N. Negroni Catacchio, A. Passoni, G. Sordi, Materiali eneolitici dal territorio di Mandano conservati al Museo Archeologico della Maremma di Grosseto, in Preistoria e protostoria in Etruria. Atti del I incontro di studi. La cultura di Rinaldone, Milano 1993, pp. 88-89.