Marsilio da Padova
Politico e teologo (n. Padova tra il 1275 e il 1280-m. Monaco di Baviera tra il 1342 e il 1343). Dopo studi di medicina a Padova, recatosi a Parigi, si iscrisse alla facoltà delle Arti divenendone maestro e in seguito rettore (1313). Qui scrisse la sua opera maggiore, il Defensor pacis (1324), e strinse rapporti con i maestri averroisti, in particolare con Giovanni di Jandun. Venne anche in contatto con la dottrina della povertà evangelica sostenuta dagli spirituali francescani, alcuni dei quali, come Guglielmo di Occam, trovarono rifugio alla corte dell’imperatore Ludovico, dove, dopo la condanna pontificia del Defensor pacis, anche M. riparò. Secondo M. Chiesa e Stato sono autonomi nelle loro sfere: alla Chiesa spetta il compito di ammaestrare, ma non di scomunicare; allo Stato o impero quello di esercitare il potere politico nella persona dell’imperatore; all’imperatore compete anche il supremo controllo sulla conformità degli atti papali alle decisioni conciliari e alla fede. Di queste sue teorie M. tentò anche una realizzazione pratica allorché, sceso in Italia al seguito di Ludovico il Bavaro, organizzò la cerimonia (11 genn. 1328) in cui l’imperatore ricevette le insegne del potere dalle mani di Sciarra Colonna, rappresentante del popolo romano; e ancora quando ispirò i documenti imperiali che dichiaravano deposto Giovanni XXII e nominavano l’antipapa Niccolò V. Tornato in Germania, M. compose anche il De iurisdictione imperatoris in causis matrimonialibus, poi rifuso nel Defensor minor (1342), e il De traslatione imperii.