MARSUPIALI (dal lat. marsupium "borsa"; lat. scient. Marsupialia Illiger, 1811; fr. Marsupiaux; sp. Marsupiales; ted. Beuteltiere; ingl. Pouched mammals)
Ordine di Mammiferi, che merita sotto varî riguardi il rango di sottoclasse, denominata dei Didelfi (lat. scient. Didelphia Blainville, 1816) per il fatto che posseggono una vagina pari. Ciò li contrappone nettamente da un lato ai Monotremi o Ornitodelfi (lat. scient. Ornithodelphia Blainville, 1834), che, come i Rettili e gli Uccelli, posseggono una cloaca, nella quale si riversano le feci e i prodotti della secrezione renale e delle gonadi; e dall'altro lato a tutti gli altri mammiferi o Monodelfi (lat. scient. Monodelphia Blainville, 1816), nei quali la vagina è impari. I Marsupiali sono senza eccezione vivipari e muniti di capezzoli per l'allattamento dei piccoli, e possono perciò essere riuniti insieme alla grande massa dei Mammiferi nella sottoclasse dei Metaterî o Mammiferi superiori (lat. scient. Metatheria Huxley, 1830), contrapposti alla piccola sottoclasse dei Prototerî (lat. scient. Prototheria Gill., 1872) o Mammiferi primitivi, rappresentati dai Monotremi. Viceversa, per il fatto che nei Marsupiali, con la sola eccezione dei Peramele, non si sviluppa la placenta, essi sono stati anche riunitì ai Monotremi nella sottoclasse degli Aplacentati, contrapposti a tutti gli altri ordini di mammiferi, Placentati.
I Marsupiali costituiscono un gruppo sistematico straordinariamente polimorfo. La loro statura varia tra quella dei grossi Canguri (v.), che in punta di piedi superano di parecchio l'altezza d'un uomo, e quella d'un topolino. Non meno varia è la forma d'insieme, trovandosi nell'ordine corridori, saltatori terragnoli specializzati, saltatori arborei muniti di patagio, arrampicatori, scavatori ipogei, nuotatori. In quanto al regime alimentare, l'ordine comprende carnivori, piscivori, insettivori, erbivori, frugivori, fillofagi specializzati, e alcuni onnivori più o meno perfetti.
Nello scheletro, i Marsupiali mostrano 4 ottimi caratteri distintivi principali. ll primo consiste nel possedere le ossa cosiddette "marsupiali" o prepubiche saldate al pube. Questo carattere non è tuttavia esclusivo dei Marsupiali, ma si ritrova anche nei Monotremi. La funzione delle ossa marsupiali è tuttora oscura: certo esse non sono né sostegni indispensabili del marsupio, né compressori passivi della ghiandola mammaria, visto che i maschi le posseggono come le femmine, sebbene nell'età adulta essi non mostrino alcuna traccia né di marsupio, né di ghiandole mammarie o capezzoli, contrarianente a quanto si riscontra nei maschi dei Monodelfi. L'altro carattere, esclusivo dei Marsupiali, consiste nel fatto che l'angolo libero posteriore della mandibola è costantemente ripiegato medialmente a guisa di uncino, con la sola eccezione del Tarsipede (v.), nel quale tutta la mandibola è estremamente minuta e debole. Il terzo carattere, proprio dello scheletro dei Marsupiali, riguarda la dentizione: la loro muta dei denti si limita infattì al solo terzo molare ed è soppressa del tutto nei Vombati (v.); in altre parole i Marsupiali hanno una dentatura di latte che permane completamente o quasi. Il quarto carattere scheletrico distintivo riguarda la riduzione delle dita del piede. Nei Monodelfi specializzati per la corsa o per il salto, le dita, che, in certo modo, si allungano e si irrobustiscono a spese delle altre sono il terzo e il quarto dito, o il terzo soltanto. Nei Marsupiali invece sono irrobustiti il quarto e il quinto dito. Molto caratteristici sono gli organi della riproduzione. Nei maschi, il pene, che ha generalmente un glande bifido, è situato dietro e non davanti allo scroto. Nella femmina, a ciascun utero corrisponde, non soltanto il proprio ovidotto, ma anche la vagina propria, che si apre, insieme a quella dell'altro lato, in un piccolo vestibolo poco profondo, o anche direttamente all'esterno. I piccoli, minutissimi, nascono in uno stato estremamente precoce e si portano fino a un capezzolo della madre, valendosi della grande mobilità e resistenza di cui sono dotati nelle prime ore di vita extrauterina e aiutandosi con gli arti anteriori che precedono assai nello sviluppo i posteriori e sono muniti di unghiette adunche. Dopo che il piccolo si è attaccato al capezzolo, la sua apertura orale si riduce, per temporaneo restringimento, ad un minuscolo osculo; la laringe si allunga in alto e aderisce saldamente all'apertura nasale interna, cosicché il neonato resta sospeso al capezzolo e ha le vie della respirazione libere, mentre uno speciale muscolo compressore delle mammelle fa defluire il latte materno nella sua bocca. I capezzoli sono situati sempre nel marsupio, quando questo esiste. Ma questa borsa cutanea ventrale, che in alcuni generi raggiunge dimensioni ragguardevoli, è in altri ridottissima e può anche mancare del tutto (v. mammiferi).
Nella fisiologia dei Marsupiali è notevole il fatto che la loro temperatura è bensì più alta e costante che non quella dei Monotremi, ma meno alta e meno costante di quella dei Mammiferi superiori. Essa varia infatti, secondo le specie, tra 34° e 37° e s'innalza facilmente di circa 2° sotto l'influenza del calore solare. La maggior parte dei Marsupiali viventi è limitata alla regione australiana. La famiglia dei Didelfidi (v.), che in epoche geologiche passate viveva anche in Europa, e quella dei Cenolestidi (v.), sono diffuse in America.
L'intelligenza dei Marsupiali è sicuramente assai limitata e ottusa, per quanto i loro sensi possano essere acuti. Questa è forse la ragione per la quale non poterono prosperare che nella regione australiana, dove non ebbero per molto tempo come competitori che topi e Chirotteri. Nell'Australia attuale l'intensità dei pascoli per bovini ed ovini, il pullulare del coniglio, la volpe europea, i cani randagi limitano pericolosamente le possibilità di esistenza dei Marsupiali, che sono di scarsissima adattabilità a mutate condizioni di vita. Perciò ll governo australiano ha da alcuni anni iniziata un'azione protettiva per conservare quest'ordine di mammiferi.
L'ordine si suddivide nei 2 sottordini dei Poliprotodonti (v.) e dei Diprotodonti (v.).
Bibl.: M. Weber, Die Säugetiere, Jena 1928, pp. 45-70.