Balsam, Martin
Attore teatrale e cinematografico statunitense, nato a New York il 4 novembre 1919 e morto a Roma il 13 febbraio 1996. Interpretò in prevalenza ruoli secondari, anche in virtù del suo volto di uomo qualunque; tuttavia per la misura e l'intensità della sua recitazione divenne uno dei migliori caratteristi del cinema statunitense. La mole massiccia e l'espressione gentile lo confinarono spesso in parti di individui pacati e solidi, non privi di combattività (medici, poliziotti, giudici, ufficiali), che non resero interamente giustizia alle sue grandi capacità di interprete, premiate tuttavia nel 1966 da un Oscar come miglior attore non protagonista per il film A thousand clowns (1965; L'incredibile Murray ‒ L'uomo che disse no) di Fred Coe.
La sua carriera teatrale, iniziata nel 1941, venne ben presto interrotta dalla guerra. Ritornò sul palcoscenico nel 1945 e due anni dopo frequentò uno dei primi corsi (tenuto dal regista Elia Kazan) dell'Actors Studio, dove sarebbe periodicamente ritornato anche nel decennio successivo. Dal 1948 lavorò in televisione, come protagonista prima di live dramas (lavori teatrali registrati dal vivo), allora in auge, e poi, dal 1954, di numerosi serial. La prima occasione di lavoro nel cinema gli fu offerta da Kazan con una piccola parte in On the waterfront (1954; Fronte del porto), ma l'episodio rimase senza un seguito immediato. Mentre la sua attività teatrale e quella televisiva proseguivano con successo, B. dovette attendere il 1957 per avere una seconda possibilità sul grande schermo: in 12 angry men (La parola ai giurati), film d'esordio di Sidney Lumet, la sua interpretazione del presidente della giuria, posato e prudente eppure sensibile, colpì pubblico e critica, anche se il successo corrispose alla definizione di un cliché che avrebbe in seguito limitato l'ampia gamma delle sue potenzialità espressive. Tra i suoi ruoli, spesso in film minori, spiccano in particolare il detective scettico e sfortunato di Psycho (1960; Psyco) di Alfred Hitchcock, il disponibile ma impacciato sceriffo di Cape Fear (1962; Il promontorio della paura) di J. Lee Thompson (sarà un giudice nel remake del 1991 di Martin Scorsese), il servizievole agente letterario di A thousand clowns, l'ambizioso colonnello di Catch-22 (1970; Comma 22) di Mike Nichols, il medico imbroglione di Little big man (1970; Piccolo grande uomo) di Arthur Penn, il giornalista veterano di All the President's men (1976; Tutti gli uomini del Presidente) di Alan J. Pakula. Dalla fine degli anni Cinquanta aveva fatto dell'Italia una sorta di seconda patria, intraprendendovi una carriera parallela a quella statunitense, anche se più di-scontinua. Dedicandosi soprattutto a film di impegno civile, fu, tra l'altro, un coraggioso militare in Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini e un inflessibile poliziotto in Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Repubblica (1971) di Damiano Damiani, con il quale lavorò anche in L'avvertimento (1980) e, per la televisione, nella seconda serie di La piovra (1984).