HEIDEGGER, Martin (XVIII, p. 433)
Il pensiero del H. ha avuto grande diffusione e un notevole ulteriore sviluppo.
Il concetto d'una ontologia raggiunta attraverso lo studio dell'uomo (il cui modo d'essere è privilegiato, in quanto di per sé, nella sua esistenza finita e storica, è aperto all'essere, e attingendo il nulla fonda l'intelligibilità del reale) è così precisato: l'arte fonda l'intelligibilità del reale non solo come essere, ma anche come ente; il nulla è l'essere stesso come velato; la verità non può rivelarsi se non come velata nel mistero. Tra le opere si citano: Sein und zeit, Halle 1927; Kant und das Problem der Metaphysik, Bonn 1929; Vom Wesen des Grundes, Halle 1929; Hölderlin und das Wesen der Dichtung, Monaco 1947 (trad. it., in Riv. di studi germ., 1937); Vom Ursprung des Kunstwerks, 1937; Was ist Metaphysik?, Bonn 1930 (trad. it., Milano 1942); e Nachwort, 1943; Vom Wesen der Wahrheit, 1943.
Bibl.: A. De Waelhens, La philosophie de M. H., Lovanio 1942; L. Stefanini, L'esistenzialismo di Martin Heidegger, Padova 1944; P. Chiodi, L'esistenzialismo di Heidegger, Torino 1947.