Scrittore svedese (Stoccolma 1882 - Hedemora 1940). I suoi prolissi racconti e romanzi trattano, per la prima volta in Svezia, con vivezza di lingua non aliena dal gergo, i temi che ricorreranno poi più spesso nella narrativa "proletaria": la vita dei bassifondi della capitale, i problemi dell'anarchismo, della criminalità, dell'alcolismo, le rivendicazioni operaie, ecc., ma senza facili idealizzazioni e senza condanne sommarie: Arbetare ("Operai", 1912); Guds vackra värld ("Il bel mondo di Dio", 1916); Fromma människor ("Gente pia", 1918).