KUKUČIN, Martin
Pseudonimo dello scrittore slovacco Matej Bencúr, nato a Jasenova presso Dolmí Kubín il 17 maggio 1860, vissuto a lungo a Praga, in Dalmazia e nell'America Meridionale, morto il 21 maggio 1928 a Lipnik in Croazia.
Se il realismo dei suoi primi racconti può ancora sembrarci eccessivamente fotografico, assai presto egli si libera da questo difetto: nei suoi racconti migliori il piccolo mondo un po' antiquato della Slovacchia si emancipa completamente dagli stretti argini del folklorismo, nel quale certe correnti sembravano voler cristallizzare ogni sviluppo ulteriore della cultura slovacca. Si possono sentire qua e là nel K. echi di Gogol′, Turgenev, Korolenko, ecc., ma il K. è troppo personale per divenire un imitatore: le letture di autori russi possono se mai averlo premunito da certo naturalismo positivistico di seconda mano, che alla fine del sec. XIX irrompeva dall'Occidente verso Praga. D'altro lato il K. non ebbe di fronte alla cultura russa l'atteggiamento privo di critica di tanti intellettuali slovacchi suoi contemporanei, tardi discepoli delle ideologie slavofile.
Tra le opere principali di K. si possono citare: Zápisky zo smutného domu (Cronache della casa triste; trad. it. di W. Giusti, Udine 1928), Neprebudený (Il ragazzo tardivo), Mišo, Dies irae, il romanzo in due volumi ispirato alla vita dalmata Dom v strani (La casa sul pendio), ecc.
Bibl.: F. Frydecký, Slovensko literární, Moravská Ostrava 1920; J. Vlček, Dejiny lit. slovenskej, Turč. Sv. Martin 1923; W. Giusti, M. K., in Riv. di lett. slave, II (1930).