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SCORSESE, Martin

di Francesco Bolzoni - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1994)
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SCORSESE, Martin

Francesco Bolzoni

Regista cinematografico statunitense, nato a New York il 17 novembre 1942. Trascorsa l'infanzia nel quartiere di Queens e trasferitosi poi nella più povera Lower East Side di Manhattan, fra casa, scuola, parrocchia e strade governate dalla malavita, cerca la propria vocazione impegnandosi in vari campi e decidendosi infine per la carriera di regista cinematografico: segue un corso specialistico alla New York University e divora con insaziabile voracità prodotti hollywoodiani. Conosce J. Cassavetes, il maggiore esponente della linea newyorkese nel cinema statunitense − svincolata dai codici hollywoodiani, umanamente curiosa, disinibita sul piano linguistico − e si converte al film d'autore, al documento trasgressivo.

Come i suoi compagni d'università (tra cui B. De Palma e G. Lucas), nei cortometraggi a carattere narrativo realizzati fra il 1963 e il 1967 scopre visi e corpi, esperienze e nevrosi ignorate o rimosse della metropoli. Who's that knocking at my door? (Chi sta bussando alla mia porta?, 1969), lungometraggio che lo fa conoscere anche all'estero, coglie con quasi incontrollato abbandono lo stato ansioso derivato da un'educazione cattolica che si consuma nel confronto con la perdita dei valori tradizionali e la dispersione sessuale. Il suo cinema sarà influenzato da divaricanti tensioni: da una parte la tentazione di immergersi in disperate avventure esistenziali, di dedicarsi a una sorta di diario per una generazione (Mean streets, 1973; Alice doesn't live here anymore, Alice non abita più qui, 1974; Racing bull, Toro scatenato, 1980) e, dall'altra, la volontà di costruire un mondo a parte, quello inventato − senza dubbio sullo stimolo di dati sociologici − dalla ''fabbrica dei sogni'' e magari aggiornato secondo i criteri eterodossi della ''Corman factory'' (un gruppo di estrosi talenti impegnati in produzioni a basso costo) che influenzano il primo lavoro professionale di S.: Boxcar Bertha (America 1929: sterminateli senza pietà, 1972). La doppia vocazione, per il film d'autore e il film di genere, invece di dare luogo a contraddizioni o accomodamenti (cosa che, tuttavia, avviene in produzioni pur ben modellate quali The king of comedy, Re per una notte, 1983; e The colour of money, Il colore dei soldi, 1986), per lo più conduce al rafforzamento delle caratteristiche del prodotto: non vi è nulla che maggiormente appaghi l'amatore del musical di New York, New York (1977), dove gli stereotipi e le invenzioni di un tale tipo di intrattenimento sono proposti al massimo della loro potenzialità; non vi è storia di gangster più impassibile nel constatare le crudeltà della delinquenza organizzata e più affascinata dal suo risvolto leggendario di GoodFellas (Quei bravi ragazzi, 1990; Leone d'Argento a Venezia). In certi momenti della carriera di S., nella fase giovanile e nella maturità, la fusione di elementi in apparenza inconciliabili conduce a risultati notevoli: Taxi driver (1976; Palma d'oro a Cannes) − lucida analisi di un disperato, ma non perdente, ''volto nella folla'' − o After hours (Fuori orario, 1985; premio per la regia a Cannes 1986), dove una scrittura inventiva suggerisce la cancellazione di ogni individualità; e se perplessità suscita The last temptation of Christ (L'ultima tentazione di Cristo, 1988), pienamente riuscito −e premiatissimo dal pubblico − è Cape Fear (Il promontorio della paura, 1991), personalissima rivisitazione di un film di suspense diretto nel 1962 da J. Lee Thompson. Con The age of innocence (L'età dell'innocenza, 1993) S. si cimenta nel film in costume per delineare un attento, sontuoso, accuratissimo spaccato dell'alta borghesia newyorkese di fine Ottocento, serrata in rigide quanto ipocrite convenzioni morali e classiste che soffocano e deformano ogni spontaneità individuale. Vedi tav. f.t.

Bibl.: G.C. Bertolina, Martin Scorsese, Firenze 1981; G. Beltrame, Martin Scorsese, Venezia 1982; M. Bliss, Martin Scorsese and Michael Cimino, Londra 1985; M. Weiss, Martin Scorsese, Boston 1987; D. Thompson, I. Christie, Scorsese on Scorsese, Londra 1989 (trad. it., Milano 1991); Martin Scorsese, a cura di E. Bruno, Roma 1992; Martin Scorsese, a cura di D. Audino, ivi 1994.

Vedi anche
Leonardo Di Caprio (propr. Leonardo Wilhelm). - Attore statunitense (n. Los Angeles 1974). Di alta formazione, il metodo Actors Studio e il realismo psicologico della New Hollywood gli hanno consentito di ottenere numerosi riconoscimenti da parte del pubblico e della critica. Tra le prime interpretazioni: What's eating ... cinema Il complesso delle attività artistiche, tecniche, industriali che concorrono alla realizzazione di spettacoli cinematografici (film) e anche l’insieme di questi, come opera complessiva, in quanto concreta espressione d’arte nel campo della fantasia o strumento d’informazione, di documentazione scientifica, ... Cate Blanchett (propr. Catherine Elise). − Attrice cinematografica australiana (n. Melbourne 1969). Dopo gli studi di recitazione si è messa in evidenza in Paradise Road e Oscar & Lucinda, entrambi del 1997. Affermatasi sulla scena internazionale grazie alla notevole interpretazione di Elizabeth (1998), che le è valsa ... Matt Damon (propr. Matthew Paige). - Attore e sceneggiatore cinematografico statunitense (n. Cambridge 1970). Il duttile talento e l’ispirazione classica della sua recitazione gli hanno aperto le porte del cinema hollywoodiano per lavorare con grandi cineasti come F. F. Coppola per The rainmaker (1997), S. Spielberg ...
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