WALSER, Martin
Scrittore tedesco, nato a Wassenburg sul Lago di Costanza il 24 marzo 1927. Iniziò con racconti di stampo latamente kafffiano (Ein Flugzeug über dem Haus, Francoforte s. M. 1955), storie intessute sul motivo insistente dell'alienazione del singolo, con precisi accenti di critica sociale. Passò quindi al romanzo, affermandosi fra gli scrittori più validi del dopoguerra con una vasta triade (Ehen in Philippsburg, ivi 1957; Halbzeit, ivi 1960, trad. it., Dopo l'intervallo, Milano 1964; Das Einhorn, ivi 1966; trad. it., L'unicorno, Milano 1969) che, sia pure disegualmente, riesce a fornire rappresentativi spaccati di vita e perciò, mediatamente, una panoramica sull'autentica realtà della vita associata nella Rep. Fed. di Germania del più trionfante miracolo economico.
Nel più riuscito e più noto dei tre romanzi, Halbzeit, protagonista è un tipico prodotto del miracolo, un rappresentante di commercio in rapida ascesa, cioè un arrivato senza traguardi, un individuo produttivamente superfluo eppure più di ogni altro indispensabile in una società tanto prospera, solida e insieme dissennata. Alternando in apparente occasionalità rapidi squarci allusivi a lentissime riprese di vicende non più significative di altre, W. ha l'abilità di fornire l'impressione di un sostanziale immobilismo; e il parco ricorso a passaggi di sperimentalismo linguistico contribuisce a dare anche strutturalmente l'impronta alienante che è traccia continua del contenuto dell'opera. Perciò Halbzeit, romanzo forse non del tutto riuscito come tale per persistenti squilibri interni, è pure documento fondamentale nel quadro letterario del dopoguerra per la vastità di elementi che fornisce a pertinente esemplificazione di una realtà sociale che non ha trovato più penetrante cronista. Ehen in Philippsburg mettono più in risalto la pretesa borghese a una moralità senza che se ne conosca davvero la norma, in una società che proprio non è tale: ma i fattori più validi, su tutti un'insolita capacità di minuta osservazione realistica, vengono tutti meglio ripresi in Halbzeit. D'altro lato Das Einhorn prosegue Halbzeit in un clima già più estenuato nel tentativo di ridurre la realtà sociale alle strutture linguistiche che si è date e che si è obbligata a darsi. Un corso totalmente nuovo è invece quello segnato, dopo anni di silenzio narrativo, dal breve romanzo Die Gallistl'sche Krankheit (Francoforte s. M. 1972), dove, in rispondenza del più esplicito impegno politico in un secondo momento assunto da W., alla critica sociale subentra una spinta alla modificazione e alla speranza, sicché la malattia individuale, provocata da cause sociali, solo nel sociale potrà essere curata. Lo stesso, complesso discorso è proseguito nei successivi romanzi, efficaci anche per la loro inconsueta brevità, Der Sturz (Francoforte s. M. 1974), Jenseits der Liebe (ivi 1976), Ein fliehendes Pferd (ivi 1978) e, relativamente più diffuso, Seelenarbeit (ivi 1979). W. è anche attivo saggista, soprattutto nel campo della poetica e della politica, e solerte drammaturgo; ma neppure nei lavori di maggior successo (per es. Eiche und Angora, Francoforte s. M. 1962; Überlebensgross Herr Krott, ivi 1964; Der Abstecher, ivi 1967; Ein Kinderspiel, ivi 1970) riesce a essere appieno persuasivo, soprattutto per un uso forzato della satira che è il suo modulo teatrale ricorrente.
Bibl.:Über M. Walser, a cura di Th. Beckermann, Francoforte s. M. 1970; H. Sauressig, Th. Beckermann, M. Walser. Bibliographie 1950-1970, Biberach s. Riss 1970; K. Pezold, M. Walser. Seine schriftstellerische Entwicklung, Berlino 1971; W. J. Schwarz, Der Erzähler M. Walser, Berna 1971; J. W. Preuss, M. Walser, Berlino 1971; Th. Beckermann, M. Walser oder die Zerstorung eines Musters, Bonn 1972; P. Brockmeier, M. Walser, Dopo l'intervallo, in Il romanzo tedesco del Novecento, Torino 1973.