MARTÍNEZ de CAMPOS, Arsenio
Maresciallo e uomo politico spagnolo, nato il 14 dicembre 1831 a Segovia, morto il 23 settembre 1900 a Zarauz (Guipúzcoa). Entrò nell'esercito nel 1852, col grado di luogotenente; partecipò alla campagna del Marocco del 1859-60; promosso tenente colonnello, fu per qualche tempo professore nell'Accademia militare. Seguì il gen. J. Prim nel Messico, donde passò a Cuba (1864-70). Tornato in patria col grado di generale, ebbe dal governo repubblicano federale importanti incarichi e spiegò azione energica contro i separatisti e i carlisti. Convinto che alla Spagna meglio giovasse il regime monarchico cospirò per la sua restaurazione, e, dopo l'abdicazione di Amedeo di Savoia duca d'Aosta (11 febbraio 1873), si pronunciò apertamente per Alfonso XII. Messo perciò agli arresti, riuscì a evadere, e, dopo esser rimasto nascosto un certo tempo, ebbe parte principalissima nella proclamazione a re di Spagna del figlio della spodestata regina Isabella, avvenuta a Sagunto il 29 dicembre 1874. Nominato, in premio, capitano generale della Catalogna e comandante supremo dell'armata del nord, con la vittoria di Peña de Plata (marzo 1876) pose fine alla guerra civile. Per questi fatti il M., sia durante il regno di Alfonso XII, sia durante la reggenza della regina vedova, Maria Cristina, ebbe un prestigio senza pari. Nel 1877 fu mandato a Cuba, come generalissimo, per la pacificazione dell'isola ch'egli poté conseguire con opportune concessioni. Al ritorno, succedette come presidente dei ministri ad A. Cánovas del Castillo (1879), ma, non avendo le Cortes approvata la sua azione a Cuba, giudicandola troppo remissiva, dove lasciare di nuovo la presidenza al Cánovas. Passato all'opposizione costituzionale, alla caduta del suo successore, nel gabinetto di M. Sagasta, ebbe il portafoglio della Guerra (1871-83). Nel 1887 fu nominato capitano generale di Madrid e nel 1889, nuovamente, capitano generale della Catalogna. Nel 1893 come capo dell'armata spagnola, vinse i Cabili, e poté concludere un vantaggioso trattato di pace col sultano del Marocco. Rimandato a Cuba, di nuovo insorta contro la Spagna (1895), vide fallire completamente la sua missione. Si ritirò pertanto a vita privata; ma dopo l'esito, disastroso per la Spagna, della guerra con gli Stati Uniti d'America (1899), sorta appunto per la questione di Cuba, la sua condotta prudente fu meglio apprezzata.