MARTÍNEZ RUIZ, José, noto con lo pseudonimo di Azorín
Scrittore spagnolo, nato a Monovar (Alicante) l'11 giugno 1874. Dopo gli studî giuridici seguiti a Valenza, si stabilì nel 1896 a Madrid, dove continua a svolgere una larga e intelligente attività di giornalista, critico e scrittore originale.
Appartenne alla cosiddetta Generación de 1898, antiaccademica e antitradizionalista, sebbene egli, nel 1924, accettasse un seggio all'Accademia spagnola. La sua critica sui classici castigliani procede per impressioni marginali e per intuizioni psicologiche, come integrazione della storia che ci difetta: ed è sempre delicato e lirico, per quanto antistorico e mistificatore quando risale ad autori lontani nel tempo e nello spirito, ma concreto e penetrante nel ricostruire personalità del romanticismo e dell'età contemporanea: El Alma castellana (1900), La ruta de don Quijote (1905), Castilla (1912), Clásicos y modernos (1913), Los valores literarios (1913), Al margen de los clásicos (1916), Rivas y Larra (1916), El paisaje de España (1917), Madrid, guía sentimental (1918), ecc. Ma al disopra del valore critico, le sue pagine hanno un vivo sapore stilistico, conforme a quello della sua prosa narrativa e lirica: Voluntad (1902), Las confesiones de un pequeño filosofo (1904), Los pueblos (1905; 3ª ediz., 1914), Don Juan (1922), Félix Vargas (1928), Blanco en azul (1929), in cui il M. traduce la sua sensibilità "surrealista". Al teatro ha dato qualche lavoro notevole per il libero senso scenico, con derivazioni dal Maeterlinck.