BASSI, Martino
Nacque a Seregno nel 1542 (secondo altri nel 1548) e si dedicò all'architettura nel 1567 con l'assistenza alla fabbrica di S. Vittore al Corpo in Milano - a cui già aveva lavorato Galeazzo Alessi - mantenendola fino al 1588. Ma egli acquistò molta notorietà solo allorquando iniziò, nel 1569, un'aspra polemica contro Pellegrino Pellegrini, divenuto architetto del duomo di Milano sotto la protezione del cardinale Carlo Borromeo. Molti argomenti di essa confluiscono nel noto saggio stampato a Brescia nel 1572 dal titolo Dispareri in materia d'architettura et perspettiva...
Le questioni propriamente prospettiche si riferiscono al bassorilievo dell'Annunciazione disegnato dal Pellegrini per la mandorla della porta del duomo verso il Cómpito, con l'adozione, scorretta a parere del B., di un secondo orizzonte. Altre critiche indirizzate contro il Pellegrini riguardano il battistero, i cui mitercoluinni troppo allungati dovevano essere collegati da catene, e lo "scurolo" (cripta), concepito senza tentare un'armonizzazione con le premesse architettoniche dell'edificio già costruito. In appendice il B. riuniva i pareri dei più noti architetti del tempo (tra gli altri il Palladio, il Vignola, il Vasari, il Bértani), quasi sempre favorevoli, ma in qualche caso evasivi. Tali interventi contribuirono alla fama del libello, che ancor oggi va annoverato tra i testi più interessanti dell'architettura manieristica.
Nel 1570 il B. era intanto succeduto all'Alessi come architetto di S. Maria presso S. Celso, di cui terminò la facciata e diresse le decorazioni nel presbiterio. Nel 1573 diresse le trasformazioni di S. Lorenzo a Mortara e progettò la navata frontale e la facciata di S. Maria della Passione a Milano.
Nel 1575 disegnò la ricostruzione della cupola di S. Lorenzo a Milano. Per quanto vincolati a premesse planimetriche già esistenti, e più tardi contrastati per dispute intervenute con G. Mazenta (1589-91), che impose delle modifiche, i lavori di S. Lorenzo restano la testimonianza più notevole dell'arte del B., l'unica in cui, sia pure sotto forma di una rielaborazione, egli raccoglie con coerenza l'eredità. della tradizione locale bramantescosolariana, continuata fino al Seregni (i disegni per S. Lorenzo si conservano nella Bibl. Ambrosiana, cod. 150, ff. LXV, LXX, LXXI, LXXV). Diversamente egli non si dimostra alieno dall'accettare i nuovi temi introdotti dal Pellegrini e dall'Alessi, solo moderandone l'audacia inventiva e la spregiudicatezza decorativa.
Nel 1578 eresse la chiusura marmorea del coro della certosa di Pavia; nel 1579 iniziò le trasformazioni di S. Maria della Rosa a Milano (terminata dopo la sua morte da T. Rinaldi). Nel 1583 venne consultato per il S. Gaudenzio di Novara, subentrando quindi al suo rivale Pellegrini, al quale successe egualmente come architetto del duomo di Milano nel 1587; e così pure accadde per le fabbriche di S. Fedele e del palazzo di Leonardo Spinola a Milano (progetto della facciata), del duomo di Lodi (dove. lavorò anche all'ospedale, al vescovado e al monastero di S. Vincenzo), del santuario di Rho e del collegio Ghislieri a Pavia. Del 1590 sono ì disegni di S. Maria del Paradiso, e dell'anno seguente quelli per la facciata del duomo di Milano, che presentò al pontefice. Altri disegni (ora conservati all'Ambrosiana) predispose per il Collegio di Brera.
Il B. morì a Milano il 14 nov. 1591 e fu sepolto in S. Maria della Rosa.
Bibl.: F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno, con aggiunte di G. Piacenza, VI, Torino 1820, p. 415; F. Bartoli, Notizie delle pitture... d'Italia, I, Venezia 1776, p. 240; II, ibid. 1777, p. 187; O. Mothes, Die Baukunst des Mittelalters in Italien..., Jena 1883, p. 507; F. Malaguzzi Valeri, Milano, Bergamo s. d., passim; G. Mongeri, La facciata del duomo di Milano, in Arch. stor. lombardo, XIII (1886), pp. 298-362; C. Boito, Delle questioni d'arte. La facciata del duomo a Milano..., in Nuova Antologia, 16 ott. 1899, p. 656; G. Rocco, P. Pellegrini, Milano 1939, pp. 23 ss.; A. Venturi, Storia dell'arte ital., XI, 3, Milano 1940, pp. 822-825; C. Baroni, Documenti per la storia dell'architettura a Milano nel Rinascimento e nel Barocco, Firenze 1940, pp. 141 ss.; Id., L'architettura lombarda da Bramante al Richini, Milano 1941, pp. 129 s.; P. Mezzanotte-G. Bascapè, Milano nell'arte e nella storia, Milano 1943, pp. 52 s. e passim; J. Schlosser-Magnino, La letteratura artistica, Firenze-Wien 1956, pp. 413, 422; P. Mezzanotte, L'architettura milanese dalla fine della signoria sforzesca alla metà del Seicento in Storia di Milano, X, Milano 1957, pp. 601-607; E. Panofski, La prospettiva come forma simbolica, Milano 1961, pp. 111-114; U, Thierne-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, rip. 14 s.; Enciclopedia Italiana, VI, p. 344; Diz. letter. Bompiani delle opere e dei Personaggi, II, Milano 1950, p. 731.