CANALE, Martino da
Cronista del sec. XIII. Mancano precise notizie biografiche. Probabilmente non veneziano di nascita ma di elezione, di sentimento e di ufficio, quale impiegato alla Dogana marittima, visse lungamente a Venezia. Scrisse una Cronique des Véniciens in francese, secondo la consuetudine del tempo.
Egli si dice traduttore delle cronache, ma l'espressione non deve esser presa in senso rigoroso; più che tradurre compendiò cronache anteriori e specialmente fino al 1229 l'anonimo Chronicon Altinate. Dei suoi tempi però narra ciò che vide o udì da testimoni oculari e riesce scrittore veridico e, pur nei particolari, bene informato ed esatto quanto vivace. La cronaca si divide in due libri: nel primo è tracciato uno schizzo storico dalle origini della repubblica fino al dogato di Ranieri Zeno (1253-68), e questa è la parte di compilazione, da principio tessuto di leggende e arido elenco di nomi di dogi, poi via via racconto più nutrito; nel secondo sono narrati gli eventi principali di Venezia fino al 1275, anno forse della morte del cronista. Questa parte in cui il racconto diventa sempre più ampio e più ricco è di grande importanza e d'immenso valore per la storia interna e del costume. Personaggi, feste, cerimonie, edifici (maggiore fra tutti la chiesa di San Marco) sono ritratti con un'evidenza vivace. La cronaca ha qualche cosa di romanzesco e deve perciò essere usata con molta cautela, ma riesce una calda ed entusiastica pittura di Venezia. Fu pubblicata nel 1845 da F. L. Polidori e G. Galvani nell'Archivio storico italiano, ser. 1ª, VIII.
Bibl.: U. Balzani, Le cron. ital. del Medioevo, Milano 1901, p. 280 segg.; G. Bertoni, Il Duecento, in St. letter. d'Italia, 2ª ed., Milano 1930.