MARTINO di Braga, santo
Originario della Pannonia, ove nacque circa il 515, visse in Oriente o per lo meno visitò la Terrasanta, conobbe il greco e fece parte del monachismo orientale. Tornò in Europa, e in Galizia contribuì alla conversione degli Svevi e del loro re dall'arianesimo al cattolicismo. Fondò un monastero a Dumio, presso Braga, e ne fu abate; nel 557 fu vescovo di Dumio. Nel 572 apparisce vescovo di Braga. Venanzio Fortunato lo celebra apostolo della Galizia. Morì nel 580 e la sua festa è celebrata il 20 marzo. Restano di lui varî scritti, d'indole pratica: una Formula vitae honestae, compendio di morale che sembra tolto da pagine, per noi perdute, di Seneca; un De ira, estratto anch'esso da Seneca; e altri trattati ascetico-morali. Fondamentale il De correctione rusticorum, perché ci fa conoscere lo stato delle plebi campestri, prima della conversione al cristianesimo. Raccolse motti di monaci orientali e canoni delle chiese orientali.
Bibl.: O. Bardenhewer, Geschichte der altkirchlichen Literatur, V, Friburgo in B. 1932, pp. 379-88.