Maryland
Uno dei tredici Stati originari della Confederazione statunitense. Concessa con una carta (1632) da Carlo I a G. Calvert in piena proprietà, la regione fu occupata a partire dal 1634 da alcune centinaia di coloni e denominata Terra Mariae dalla moglie di Carlo I, Enrichetta Maria. Dopo alcuni anni turbolenti, resi ancor più agitati dalle controversie tra cattolici e protestanti, nel 1649 fu emanato un atto di tolleranza: ma ogni concessione fu di nuovo revocata nel 1654 in seguito alla vittoria dei puritani. Da questo momento la storia del M. è la storia della lotta tra i proprietari (e la Corona) da un lato e gli elettori dall’altro, per una maggiore o minore estensione del suffragio. Approfittando di questa situazione, W. Penn poté (1682) strappare al M. il territorio di Delaware, aprendo così la lunga disputa conclusa solo nel 1763 con la definizione della «Mason-and-Dixon’s Line». Gli anni che precedono la rivoluzione videro la caduta e l’espropriazione dei proprietari cattolici, sui quali però la corona continuò a puntare, e che non tardarono quindi a convertirsi al protestantesimo. Nel giugno 1776 il M. votò anch’esso la sua indipendenza adottando uno statuto aristocratico. Il 28 apr. 1788 firmava lo statuto federale, e nell’apr. 1790 cedeva 60 miglia quadrate per la formazione di una capitale federale nel «Distretto di Columbia». Negli anni successivi, la prosperità dello Stato crebbe rapidamente. La guerra del 1812 cagionò pochi danni ma la guerra civile trovò il Paese diviso tra unionisti e secessionisti, pur con una moderata propensione per i primi. Il periodo successivo fu per il M. ricco di sviluppi sulla via del progresso economico e costituzionale (Costituzioni del 1864 e del 1867: abolizione della schiavitù, istruzione pubblica, ecc.).