Conde, Maryse
Condé, Maryse. – Pseudonimo di Marise Liliane Appoline Boucolon, scrittrice della Guadalupa (n. Pointe-à-Pitre 1934). Lascia l'isola natale nel 1953 per completare gli studi in Francia, alla Sorbona, dove si specializza in lingua inglese per poi viaggiare in vari paesi africani e occuparsi di giornalismo in Francia e per la BBC. Ha insegnato presso la University of California di Berkeley, la University of California di Los Angeles (UCLA), la University of Virginia, e la Columbia di New York dove dal 2004 è professore emerito di lingua francese. I romanzi di C. esplorano tematiche razziali e di genere, perlopiù legate alla storia della schiavitù che ha avuto nell'isola della Guadalupe uno dei principali snodi della tratta. Ciononostante, C. ha sempre rimarcato una certa distanza critica rispetto ai classici della letteratura caraibica quali la negritudine e la creolità, fortemente caratterizzati da istanze femministe. I suoi romanzi di maggior successo sono Segu (2 voll. 1984, 1985; trad. it. Segù. Le muraglie di terra, 1988 e Segù. La terra in briciole, 1994), una saga africana che descrive il lento deperimento dell'impero Bamabara tra il 1700 il 1800 indebolito dal colonialismo e dalla schiavitù, e Moi, Tituba sorcière... (1986; trad. it. 1992), che affronta il problema della diversità inserendolo negli antichi processi alle streghe di Salem. Dei romanzi ricordiamo: La vie scélérate (1987; trad. it. 2001, vincitore del premio de l'Académie française); Haïti chérie (1986; trad. it. Sogni amari 2006); Traversée de la mangrove (1989; trad. it. 2002); Cèlanire cou-coupé (2000); La Belle Créole (2001); La planète Orbis (2002); Histoire de la femme cannibale (2005); Uliss et les Chiens (2006); Victoire, les saveurs et les mots (2006); Les belles ténébreuses (2008); En attendant la montée des eaux (2010).