MASCHERA DI FERRO
. Sotto questo nome è noto un prigioniero che fu detenuto in Francia nella seconda metà del sec. XVII per lunghi anni, della cui identità non si è mai saputo nulla di preciso. Tale denominazione dipende dal fatto che durante la detenzione il prigioniero fu costretto a portare, pena la vita, una maschera sul volto, perché nessuno potesse identificarlo; maschera che in realtà non fu di ferro, ma di velluto nero, con molle di ferro che ne garantivano la chiusura e l'applicazione permanente al viso. Il suo costante carceriere fu il governatore Saint-Mars, che lo trasportò sempre con sé, senza mai farlo vedere ad alcuno, nelle varie sedi nelle quali fu destinato, e cioè prima a Pinerolo, poi all'isola di Santa Margherita, infine, il 18 settembre 1698, alla Bastiglia. Si sa che il governatore gli usava mille riguardi, si sa che la Maschera di ferro morì alla Bastiglia il 19 novembre 1703 e che fu seppellito col nome di "Marchialy" il giorno seguente nella parrocchia di S. Paolo. Il prigioniero abitava la terza camera della torre Bertaudière e, quando morì tutto quello che si trovava nella camera fu distrutto perché nessuna traccia del morto potesse svelare chi era.
Le supposizioni più varie furono fatte in ogni epoca per avere la chiave dell'enigma, ma sempre invano. Fu supposto che fosse un figlio naturale di Luigi XIV e della Vallière (il duca di Vermandois) colpevole di avere un giorno schiaffeggiato il delfino; il duca di Beaufort; il duca di Monmouth, nipote di Giacomo II; un figlio adulterino di Buckingham e d'Anna d'Austria o anche di questa e di Mazzarino; il generale Vivien Lablé de Bulonde. Le due ipotesi che hanno raccolto maggiori suffragi, sono però quella che fa della Maschera di ferro un fratello gemello di Luigi XIV, fatto sparire per evitare che avesse a pretendere il trono; e l'altra che identifica il misterioso prigioniero nel conte Ercole Antonio Mattioli (1640-1703), ambasciatore del duca di Mantova Ferdinando Carlo Gonzaga, che aveva venduto alla duchessa di Savoia copia del trattato con cui il duca vendeva alla Francia Casale. Il Mattioli fu effettivamente arrestato dai Francesi e condotto a Pinerolo nel maggio 1679.
La prima menzione della Maschera di ferro si trova in una lettera di Enrichetta d'Orléans (la Palatina), del 1711; poi ne parla, nel 1738, Voltaire che ritorna sull'argomento nel Siècle de Louis XIV (1751). Nel frattempo era uscito un romanzo di Mouchy, Le masque de fer (1736); e nel 1745 si parlava della Maschera nei Mémoires secrets pour servir à l'histoire de Perse. Fu però il Voltaire che vide nel prigioniero un figlio adulterino d'Anna d'Austria, a dar origine e forma alla questione della Maschera di ferro. Anche i Mémoires du duc de Richelieu sostengono la stessa opinione del Voltaire e così un manoscritto, conservato al Ministero degli affari esteri francese, che vorrebbe essere un'aperta confessione e spiegazione della cosa, data dal Saint-Mars prima di morire per scrupolo di coscienza. L'ipotesi relativa al Mattioli è stata sostenuta in appresso dal Funck-Brentano, nella Deutsche Revue, novembre 1903; prima, soprattutto dal Topin, con un dotto lavoro apparso nel 1869. P. Lacroix, nell'Histoire de l'homme au masque de fer (Revue de Paris, 1836) sostenne che il prigioniero era il soprintendente alle finanze N. Fouquet. Di recente M. Duvivier, con un lavoro dove sono esposte le varie fasi della discussione (Le masque de fer, Parigi 1932) ha cercato di dimostrare che il prigioniero era certo Eustache Dauger, inviato a Pinerolo nel 1668 in base a una "lettre de cachet" di Luigi XIV. Ma l'identificazione non è ancora compiuta in modo certo.