maschio alfa
(maschio Alfa), loc. s.le m. Uomo che manifesta la tendenza a dominare i suoi simili, assumendo il ruolo di figura di riferimento.
• Quando si parla di «mignottocrazia» non ci si riferisce alla moralità delle elette nella loro vita privata; ci si riferisce all’eventualità, effettivamente deplorevole, che alcune signore e signorine riscuotano uno stipendio pubblico non per meriti o competenze, ma perché si sono concesse a un uomo di potere. L’onorevole [Fiorella] Ceccacci fa dunque bene a pretendere che non la si giudichi per quelle immagini. Giudicherà da se sola (poiché solo lei conosce i fatti) se occupa quel seggio per le sue capacità o per la benevolenza di un maschio Alfa. (Michele Serra, Repubblica, 8 febbraio 2013, p. 34, Commenti) • Gli americani sono divisi tra frustrati che corrono all’armi e quelli che cercano il «maschio alfa» che risolva lui (o lei) i problemi ansiogeni di una collettività sotto trauma sia per le stragi frutto dell’impazzimento interno, sia quelle che vengono da fuori. […] Il ruolo di maschio alfa non va confuso con il genere: Margareth Thatcher in Inghilterra, Golda Meir in Israele o Indira Gandhi in India, donne leader che non hanno esitato ad usare la forza e vincere guerre. (Paolo Guzzanti, Giornale, 10 dicembre 2015, p. 1, Prima pagina) • Sandra Zampa nei giorni scorsi aveva puntato l’indice : «C’è del machismo in questo scontro». Vero, verissimo. Perché è in atto uno scontro di potere per stabilire chi sia il vero maschio alfa del Pd. Ma ciò non giustifica le donne silenti. (M[aria] T[eresa] M[eli], Corriere della sera, 20 febbraio 2017, p. 8, Primo piano).
- Composto dal s. m. maschio e dal s. m. e f. inv. alfa, ricalcando l’espressione ingl. alpha male.
- Già attestato nella Stampa del 27 giugno 1979, p. 3 (Giorgio Martinat).