maschio
Sostantivo; in senso proprio, con particolare forza avvicinato e contrapposto al suo contrario ‛ femmina ', in Cv I IX 5 questi nobili sono principi, baroni, cavalieri, e molt'altra nobile gente, non solamente maschi, ma femmine; in If XX 41 Tiresia... di maschio femmina divenne, e nei versi in cui è richiamata la leggenda di Giasone e di Isifile e delle donne di Lemno, l'ardite femmine spietate che tutti li maschi loro a morte dienno (XVIII 90).
Ancora il termine ricorre in If XX 108, in un breve cenno alla spedizione dei Greci contro Troia che portò via tutti gli uomini validi dalla Grecia che fu di maschi vòta, e in Pd XXXII 80, con allusione all'utilità della circoncisione per i fanciulli ebrei: convenne ai maschi a l'innocenti penne / per circuncidere acquistar virtute.
Con valore di aggettivo, nel senso di " virile ", " perché li omini hanno maggior naso che le femine " (Buti), è riferito al naso di Carlo I d'Angiò (Pg VII 113) che anche G. Villani (VII 1) indicava come " grande di persona e nerboruto, di colore ulivigno e con grande naso ".