MASK (o Masque)
Spettacolo teatrale, d'argomento quasi sempre mitologico e allegorico, cui concorrono poesia, danza e musica, in voga presso la corte e l'aristocrazia britannica nei secoli XVI e XVII. Sebbene di origine italiana, si considera, per la diffusione ch'ebbe in Inghilterra, spettacolo nazionale inglese.
Dapprima (sec. XIV) il mask si presentò, anche in altri paesi, come una pantomima. Alla rappresentazione gli attori giungevano in corteo equestre, alla luce delle fiaccole, attorniati da musicisti. Dopo lo spettacolo questi attori (che erano dilettanti e appartenevano a buona famiglia) s'intrattenevano con gli ospiti in giuochi e danze. Con l'andare del tempo (fine del sec. XVI) tali serate ebbero un certo sviluppo, e il mask comportò spesso, invece della semplice pantomima, un vero spettacolo artistico, con elementi non solo mimici e musicali ma anche poetici (e con il contributo dei poeti più insigni). Così il quadro della serata si veniva a costituire di un ballo mascherato cui prendevano parte soltanto gentiluomini, d'uno spettacolo rappresentato da professionisti, d'un ballo generale (revels) cui partecipavano tutti i convenuti, e d'un epilogo. Il mask era spesso introdotto nelle feste nuziali, e durante i regni di Giacomo I e di Carlo I fu causa di spese grandissime.
La voga del mask, con la guerra civile, passò dalle corti nella massa, e nelle scuole tale spettacolo venne, nel sec. XVII, assai praticato. Non scarsa fu la sua influenza, in quel tempo, sul teatro inglese di musica e di prosa, compreso quello di W. Shakespeare. Ma il maggior sviluppo del genere si ebbe nell'attività di Ben Jonson e del suo collaboratore teatrale, l'architetto Inigo Jones, il quale ultimo era già celebre, per i suoi bozzetti destinati ai masks, anche prima di diventarlo quale costruttore di chiese e di palazzi. Inigo Jones aveva studiato in Italia, ed è stato recentemente dimostrato che l'idea dei suoi disegni è quasi sempre tratta da fonti italiane (specie dalle mascherate fiorentine descritte dal Tinghi). L'origine italiana del mask inglese e francese è del resto accertata presso P. de Ronsard e Chr. Marlowe.
Il Ballet comique de la Reyne di Baldassarino da Belgioioso fu modello ai masks inglesi, e sugli elaborati Antimasques dei masks di J. Shirley e di W. D'Avenant influirono i Ballets de cour francesi.
Il Comus di J. Milton, composto per una famiglia privata, esce dal quadro abituale per il suo carattere antiteatrale, quasi soltanto fondandosi sull'elemento poesia, a scapito della musica e delle scene. Nel Cupid and Death di Locke, scritto per trattenimenti scolastici, si mostra invece prossimo allo stile d'opera.
I principali maestri che lavorarono al mask in Inghilterra furono J. Dowland, R. Johnson, N. Lanière, S. Ives, e i fratelli Lawes.
Partiture complete di masks sembrano oggi mancarci, ma dalla quantità di pezzi giacenti è forse possibile ricostruirne qualcuno.
Bibl.: P. Reyher, Les masques anglais, Parigi 1909; H. A. Evans, English masques, Londra 1897; W. J. Lawrence, The Elizabethan Playhouse, Stratford on Avon, 1913; L. B. Campbell, Scenes and Machines on the English Stage, ecc., Cambridge 1924; E. Welsford, The court masque, Cambridge 1927; E. J. Dent, Foundations of English Opera, Cambridge 1928.