masochismo/sadismo
Disturbi psicopatologici del comportamento sessuale caratterizzati da ricorrenti e intensi impulsi sessuali e da fantasie sessualmente eccitanti che implicano – nel masochismo – il fatto (reale, non simulato) di venire umiliati, percossi o fatti soffrire in altro modo, e – nel sadismo – una modalità pervasiva di comportamento crudele, umiliante e aggressivo diretto verso gli altri (➔ perversioni). Una forma particolarmente pericolosa di masochismo, l’ipossifilia, comporta l’eccitamento sessuale da deprivazione di ossigeno. I concetti di masochismo e di sadismo vennero introdotti nella seconda metà del 19° sec. dallo psichiatra Richard von Krafft-Ebing per indicare una perversione psicosessuale documentata dalla vita e dagli scritti del nobile tedesco Leopold von Sacher- Masoch. Nel sadismo come aspetto più generale di un personalità disturbata (➔ personalità, disturbo della), il comportamento sadico si manifesta spesso sia nelle relazioni sociali, specie con i familiari, sia sul lavoro, ma raramente nei contatti con persone in posizione di autorità o di più elevato livello sociale. Nell’ambito dei disturbi sessuali, il sadismo si manifesta con ricorrenti e intensi impulsi e fantasie sessuali che implicano atti reali, non simulati, in cui è la sofferenza psicologica o fisica (oppure l’umiliazione della vittima) a essere sessualmente eccitante. Lo stupro o altri tipi di aggressione sessuale possono essere commessi da soggetti affetti da questo disturbo.
Il sadismo e il masochismo sono perversioni in quanto la crudeltà o l’umiliazione inflitte o subite sono una condizione necessaria per raggiungere l’eccitazione e il piacere sessuale. L’ipotesi patogenetica è che questo tipo di perversione derivi da un impasto patologico delle pulsioni (➔) sessuali e aggressive; l’erotizzazione della sofferenza sarebbe un tentativo – evidentemente fallimentare sul piano della realtà – di mitigare la pulsione aggressiva. In ambito clinico, si parla di sadomasochismo, poiché – a prescindere dal ruolo che il soggetto mette concretamente in atto di colui che infligge o subisce la sofferenza – egli comunque si identifica a livello inconscio sia nel ruolo attivo sia in quello passivo. Si ritiene inoltre che ci sia un continuum di perversione sadomasochista, che varia in senso quantitativo a seconda della gravità della patologia, tra le fantasie inconsce, le fantasticherie consce e i comportamenti reali. Si distingue quindi l’esercizio generico della violenza e della crudeltà dal sadismo come perversione sessuale. Sigmund Freud distingue tra un masochismo primario, in cui la pulsione di morte è originariamente diretta verso il soggetto, anche se unita alla libido e da essa controllata, e un masochismo secondario, dove il sadismo, prima diretto verso l’esterno, si rivolge ora verso il soggetto. In epoca moderna il termine di sadomasochismo – così come quello di perversione – si va allontanando dalle vicissitudini della sessualità per acquisire diverse accezioni, come tratto del carattere o modalità prevalente delle relazioni.