MASSIMO, Massimiliano
– Nacque a Roma il 3 genn. 1849 dal principe Vittorio Emanuele (Camillo IX) e da Giacinta dei conti Della Porta Rodiani, sua seconda moglie. Fu battezzato il giorno successivo, ed ebbe per padrino Vincenzo Pallotti, la cui fama era già allora circondata da un alone di santità.
Dal 1859 al 1868 il M. frequentò le scuole del collegio Romano, dove tra gli insegnanti ebbe l’astronomo gesuita P. Secchi, con cui mantenne anche in seguito rapporti di amicizia. Al termine degli studi, l’8 dic. 1868, entrò, nonostante l’iniziale contrarietà del padre, nel noviziato dei gesuiti di S. Andrea al Quirinale. A rompere ogni indugio fu l’intervento in favore del M. di Pio IX, che, attraverso la mediazione di mons. F. Ricci Parracciani, convinse il principe romano, fervente cattolico e fedele suddito pontificio, a corrispondere con il suo assenso alla vocazione del figlio. Nel noviziato il M. seguì le lezioni di due insigni studiosi: U. Molza e C. Mearini. Nel 1873, in seguito all’applicazione in Roma della legge di soppressione delle corporazioni religiose, il M. si trasferì dapprima ad Appiano (Eppan nel Sud Tirolo) e successivamente a Maria Laach in Renania-Palatinato, dove frequentò i corsi di filosofia. Successivamente si recò a Laval in Francia per seguire gli studi di teologia, perfezionati a Paray-le-Monial sotto la guida di P. Ginhac, un gesuita che godeva fama di asceta. Tornato a Roma, il 3 maggio 1876 fu ordinato sacerdote dal card. C. Patrizi, vicario del papa, nella cappella del pontificio seminario romano.
Nello stesso anno della sua ordinazione il M. entrò nel convitto dei gesuiti di Mondragone, coadiuvando nella sua direzione il rettore A. Ponza di San Martino. In seguito alla morte di questo, avvenuta nel maggio 1878, il M. decise di fondare un istituto scolastico sul modello di Mondragone. In ciò fu sollecitato da mons. P. Crostarosa, un sacerdote molto attivo a Roma dopo il 1870 nell’organizzazione di scuole cattoliche in concorrenza, se non proprio in antagonismo, con quelle statali, e dal confratello F. Marchetti.
Il progetto si concretizzò nel 1879, allorquando il M. aprì nell’avito palazzo di famiglia (già villa Peretti Montalto) nei pressi delle Terme di Diocleziano, a lui pervenuto come parte dell’eredità paterna, un istituto consacrato a Maria Immacolata. Conosciuto sin d’allora come istituto Massimo, dal cognome del suo fondatore, esso doveva ospitare sia le scuole elementari sia il ginnasio-liceo e le scuole tecniche, in modo da soddisfare le richieste delle famiglie cattoliche, offrendo loro una struttura educativa alternativa rispetto a quella pubblica, e supplire obiettivamente alla carenza di aule che caratterizzava l’amministrazione scolastica romana. Il nuovo istituto scolastico diretto dal M., che in questa attività impiegò i propri beni e profuse grande entusiasmo, non era sorto però del tutto ex novo, come sostengono alcuni biografi, ma costituì il frutto di una riorganizzazione e di un ampliamento della scuola fondata prima del 1870 nello stesso palazzo Peretti-Massimo dal principe C.V. Massimo. In ogni caso, già nel 1879 l’istituto accolse 80 giovani, numero che aumentò progressivamente nel corso degli anni successivi.
In seguito alla realizzazione del nuovo piano regolatore, che prevedeva l’espropriazione e l’abbattimento dell’antica villa di papa Sisto V, il M. nel 1883 decise di trasferire l’istituto in un nuovo edificio da lui fatto costruire in piazza alle Terme (poi piazza dei Cinquecento) su disegno dell’architetto C. Pistrucci. In questa sede, completata nell’autunno 1887, il M. poté accogliere un numero molto più elevato di alunni, che dai 300 iniziali passarono ai 500, in media, degli anni successivi.
L’istituto Massimo acquistò in breve tempo una buona fama a Roma e fuori della capitale grazie alle doti del suo fondatore e ai buoni rapporti che egli seppe instaurare con le autorità pubbliche. Il M., infatti, oltre che un ottimo educatore fu un attento amministratore e si interessò personalmente di ogni aspetto della vita dell’istituto.
La salute cagionevole, che specie negli ultimi anni della sua esistenza lo costrinse a una vita alquanto ritirata (si firmava sovente Maximus cubiculiarius), non gli impedì di dispiegare la sua attività sacerdotale anche nell’assistenza ai reclusi nelle carceri di Termini e di Regina Coeli, agli orfani dell’istituto di S. Maria degli Angeli e di altri orfanotrofi romani. Per più di trent’anni, inoltre, fu guida spirituale della congregazione della Scaletta presso la chiesa di S. Ignazio, dove sovente si recava per somministrare i sacramenti. Nel 1894 il M. ebbe una parte attiva anche nelle riunioni del comitato regionale del Lazio dell’Opera dei congressi per l’organizzazione dell’XI congresso cattolico italiano che si tenne a Roma e per il giubileo episcopale di Leone XIII.
Il M. morì a Roma il 6 maggio 1911.
Fonti e Bibl.: La Civiltà cattolica, LXII (1911), 2, pp. 482-484; Alla memoria del p. M. M.: l’Istituto da lui fondato, Roma 1911 (con scritti di R. Corsetti et al.); R. Salimei, Nel primo cinquantenario dell’Istituto M. Massimo, in L’Istituto Massimo nel suo cinquantenario. 1879-1929, Roma 1929, passim; G. Massaruti, Padre M. M., in L’Osservatore romano, 19 maggio 1949; C. Piccirillo, Origini del «Massimo» e tentativi di riconoscimento legale dell’istituto, in L’Istituto M. Massimo nel LXXV della sua fondazione. MDCCCLXXIX-MCMLIV, Roma 1954, passim; M.T. Tamassia Galassi Palazzi, Scuole elementari, scuole secondarie e politica scolastica in Roma capitale (1810-1880), in Arch. della Soc. romana di storia patria, XL (1967), pp. 318 s.; Centenario dell’Istituto «M. Massimo», Roma 1979; C. Bizzochi, Il p. M. M. e l’istituto alle Terme, in Gesuiti della provincia romana, 1975, n. 1, pp. 1-13; T.M. Mazzatosta, Educazione e pedagogia cattolica in Roma capitale (1870-1900), Roma 1978, p. 27; B. Lai, Finanze e finanzieri vaticani tra l’Ottocento e il Novecento, Milano 1979, p. 261; M. Casella, L’associazionismo a Roma e nel Lazio dal 1870 al primo Novecento, Galatina 2002, p. 391; G. Martina, Storia della Compagnia di Gesù in Italia (1814-1983), Brescia 2003, pp. 143, 183, 188 s.; L. Polgár, Bibliographie sur l’histoire de la Compagnie de Jésus, III, t. 2, Roma 1990, p. 512; Diccionario histórico de la Compañía de Jesús biográfico-temático, III, Roma-Madrid 2001, p. 2565 (A. Dionisi); Enc. ecclesiastica, VII, pp. 509 s.