MASSIMINO da Salerno
MASSIMINO da Salerno. – Nacque a Salerno in data collocabile tra il 1365 e il 1370. Fu frate domenicano del convento di S. Domenico di Castello, a Venezia, e autore di una Legenda parva di Caterina da Siena. Secondo l’erudito domenicano Thomas Soueges, durante una visione di M., Caterina, morta da poco, lo accolse nel novero dei suoi figli spirituali. Nel prologo della Legenda M. afferma di averla composta nel 1417 valde abreviata, su richiesta di Tommaso di Antonio da Siena, priore del convento.
Il convento di S. Domenico di Castello era stato il primo in Italia ad attuare la riforma della vita religiosa domenicana, secondo lo spirito di Raimondo da Capua, eletto alla suprema carica dell’Ordine nel maggio 1380, poco dopo l’inizio del grande scisma d’Occidente e all’indomani della morte di Caterina da Siena (29 apr. 1380). Ad attuarvi la riforma fu chiamato, tra il 1391 e il 1392, Giovanni Banchini (Giovanni Dominici) mentre il rinnovamento della comunità fu perseguito chiamando nel cenobio frati appartenenti alle altre province dell’Ordine, che condividevano lo spirito dell’Osservanza regolare.
Presumibilmente M. si trasferì nel convento di S. Domenico di Castello proprio in quel frangente. In base a due elementi che si ricavano dall’incipit del Sermo tripartitus composto in onore di Caterina da Siena si può ipotizzare sia la data di nascita di M. sia la data di ingresso nell’Ordine.
Nell’incipit M. è designato con i termini pater e frater, e si fa riferimento a Raimondo da Capua come già defunto: «Sermo tripartitus et compositus per reverensissimum patrem et fratrem Maximinus de Salerno ordinis Praedicatorum […] in quo sermone sub brevi compendio continetur totus processus tripartite legende sancte virginis composite per olim bone memorie magistrum Raymundum de Capua generalem ordinis Praedicatorum» (Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana, Strozzi, 3, c. 44).
Solitamente, l’appellativo pater era riservato ai frati che avevano già ricevuto l’ordine del presbiterato per cui, considerando che questo avveniva normalmente dopo i vent’anni e che Raimondo da Capua morì nel 1399, l’ingresso di M. nell’Ordine domenicano potrebbe essere avvenuto, presumibilmente nella sua città natale, Salerno, intorno alla fine degli anni Settanta, tra i suoi dodici e i quindici anni di età. Al momento in cui ebbe la visione di Caterina M. era sicuramente già nell’Ordine. Questa datazione non sarebbe in contrasto con la cronologia relativa a Tommaso da Siena, nato intorno al 1350 e quindi più anziano di circa vent’anni rispetto a M., che si riferisce a lui con una certa deferenza.
La crescita del numero dei frati osservanti rese possibile estendere la riforma ai conventi di S. Domenico di Chioggia e dei Ss. Giovanni e Paolo (S. Zanipolo), dove fu celebrato il capitolo generale del 1394. Con l’espulsione nel 1399 di Banchini dal territorio della Repubblica veneta per aver preso parte al movimento devozionale-penitenziale dei Bianchi, l’azione pastorale dei domenicani osservanti si concentrò soprattutto sul riconoscimento ufficiale del Terz’ordine e sulla promozione della canonizzazione di Caterina da Siena, per la quale fu organizzato un vero e proprio scriptorium su iniziativa di Tommaso da Siena, e si dedicò inoltre a intessere una fitta trama di relazioni con i più influenti esponenti della vita politica ed ecclesiastica.
Fu proprio in quell’ambiente che vennero elaborate le legendae di Caterina. Tommaso da Siena affidò l’incarico di ridurre ulteriormente la sua Legenda minor non solo a M., ma anche al domenicano del convento di S. Domenico di Chioggia fra Antonio della Rocca. La Legenda di M., come attesta lo stesso autore nella lettera di dedica a Tommaso da Siena, ha come testo di riferimento la seconda stesura della Legenda minor redatta da Tommaso nel 1416-17 a Venezia, epitome della più ampia Legenda scritta da Raimondo da Capua. M. omise i due prologhi della Legenda minor di Tommaso, conservandone tuttavia il numero e l’ordine dei capitoli, distribuendo in ottanta capitoli i miracoli di Caterina. M. portò a termine il suo lavoro sicuramente dopo l’11 nov. 1417, data di elezione al soglio pontificio di Martino V, citato nella sua opera. Dopo quella data di M. non si hanno più notizie.
La Legenda parva è tradita da due codici del XV secolo (Siena, Biblioteca comunale, Mss., T.I.2, pp. 193-224; Cambridge, Magdalene College, Mss., F.4.14, cc. 56-81, che colma alcune lacune del codice senese). Dell’opera maggiore di M. sono editi i primi sei capitoli e parte del settimo (E. Franceschini, Leggenda minore di s. Caterina da Siena, Milano 1942, pp. 145-148). Esiste una copia settecentesca del ms. T.I.2 della Biblioteca comunale di Siena, presso l’Archivio generale dell’Ordine domenicano, a Roma, XIV Lib. H, pp. 1037-1126; la traduzione italiana, curata da M. Carapelli nel sec. XVIII, si conserva sempre presso la Biblioteca comunale di Siena, ms. T.I.7.
M. è autore anche di un Sermo tripartitus et compositus ob reverentiam beate Katerine de Senis Ordinis de penitentia, che ripercorre la vita di Caterina basandosi sulla Legenda maior di Raimondo da Capua. Il Sermo fu composto dopo il 1399, anno di morte di Raimondo da Capua, al quale M. si riferisce nell’incipit del panegirico con l’espressione «olim bone memorie». M. divide il panegirico in tre parti: dalla nascita di Caterina alle nozze mistiche con Cristo; la sua azione politica, fino al ritorno della Sede apostolica a Roma, con papa Gregorio XI (1377); dal ritorno del papa a Roma alla morte. Il Sermo è conservato nel ms. Strozzi, 3, cc. 44-46v (sec. XV), della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Di questo sermone esiste una copia cinquecentesca (Biblioteca apost. Vaticana, Ross., 771, cc. 27-42v), una raccolta di testi in onore della santa, riuniti alla fine del XVI secolo dall’erudito domenicano Gregorio Lombardelli, il primo a tributare a M. il titolo di beato.
Fonti e Bibl.: M.H. Laurent, Il processo Castellano, Milano 1942, pp. LV, LXIV, LXVIII s.; Tommaso da Siena, Libellus de supplemento, a cura di I. Cavallini - I. Foralosso, Roma 1974, pp. XXXIX, LV s., LIX, 412; G. Lombardelli, Sommario della disputa a difesa delle sacre stimate di s. Caterina da Siena, Siena 1601, p. 20; G.M. Piò, Delle vite degli huomini illustri di S. Domenico, II, Bologna 1607, p. 226; Teodoro Valle da Piperno, Breve compendio de gli più illustri padri nella santità della vita, dignità, uffici, e lettere ch’hà prodotto la prov. del Regno di Napoli dell’Ordine dei predicatori, Napoli 1651, p. 144; Ambrogio da Altamura, Bibliothecae Dominicanae, Romae 1677, p. 149; Th. Soueges, L’année dominicaine: ou les vies des saints, des bienheureux, des martyrs et des autres personnes, II, Suppl. Aprilis, Amiens 1680, p. XCVI; J. Quétif - J. échard., Scriptores Ordinis fratrum praedicatorum, I, Lutetiae Parisiorum 1719, p. 750; R. Fawtier, Ste Catherine de Sienne, I, Paris 1921, pp. 19 s.; Atti del I Symposium Catharinianum nel V centenario della canonizzazione di s. Caterina da Siena… 1962, in Bull. senese di storia patria, LXIX (1962), pp. 313 s., 335 s., 365; Th. Kaeppeli, Scriptores Ordinis praedicatorum Medii Aevi, III, Romae 1980, p. 132; IV, ibid. 1993, p. 199; S. Boesch Gajano - O. Redon, La Legenda maior di Raimondo da Capua, la costruzione di una santa. Atti del Simposio internazionale cateriniano-bernardiniano… 1980, a cura di D. Maffei - P. Nardi, Siena 1982, p. 16 n.; F. Sorelli, La santità imitabile «Leggenda di Maria da Venezia» di Tommaso da Siena, Venezia 1984, p. 41; Enc. cattolica, VIII, col. 304; Rep. font. hist. Medii Aevii, VII, p. 537; P.O. Kristeller, Itar Italicum, II, p. 467 b.