Bartolini, Massimo
Bartolini, Massimo. – Artista italiano (n. Cecina, Livorno, 1962). Lavorando sullo spazio, la percezione e le sue alterazioni, B. crea delle installazioni multisensoriali completamente immersive, ambienti architettonici o naturali in cui il visitatore si immerge per avere un’esperienza straniante che è allo stesso tempo mentale e sensoriale: stanze con angoli smussati completamente prive di ombre (serie Head, anni Novanta), ambienti con pavimenti illuminati (dAPERTutto, 1999) o rialzati (A cup of tea, 2000) o basculanti (Tamburo, 2002; Aiuole, 1995-2000) e giardini-gazebo (Something old, something new, something borrowed, something blue, 1999), ambienti profumati (Mixing parfums, 2000, premio per la Giovane arte italiana). Tra le opere sucessive: La California frazione Cecina (2002), riproduzione del suo studio; A bench (2006), un giardino disegnato con una A recintata a formare l'iniziale della parola anarchia; 25 aprile 1936 (2008), un’opera luminosa sulla quale si forma la scritta mutuata dai Diari di C. Pavese «Anche oggi niente»; Impressions (2008), un tavolo disposto a trasformarsi in palcoscenico, Organi (2008), una struttura di tubi in ferro che funziona come un carillon e che suona una variazione sulle prime tre battute di Cheap imitation di J. Cage; In the back of my mind (2008), uno dei suoi pochi lavori di video-arte. B. ha partecipato a numerose esposizioni internazionali tra cui Manifesta 4 (Francoforte 2002), Biennale di Venezia nel 1999 e 2005, Art Basel (2011).