MASSIMO di Alessandria
È uno degli ultimi rappresentanti del cinismo classico, nell'età in cui esso viene in contatto col cristianesimo. Cinico nel tratto esteriore e cristiano nella fede, M. giunse nel 379 o nel 380 d. C. a Costantinopoli, e divenne grande amico di Gregorio Nazianzeno, che era allora vescovo di quella città. Ma, tradendo l'amicizia, si fece consacrare anch'egli vescovo, e tentò senza fortuna di prendere con la forza il posto di Gregorio (com'è narrato nel De vita sua di quest'ultimo). Allora inveì, in uno scritto, contro Gregorio, il quale gli rispose aspramente. Secondo S. Girolamo (De viris illustr., 1 177), non altri che M. è l'Erone di Alessandria a cui è diretto, nelle opere di Gregorio, un discorso encomiastico: e solo l'ignoranza della rottura intercorsa fra questo encomio e l'invettiva avrebbe reso più tardi incomprensibile il contrasto fra i due scritti, e provocato la sostituzione del nome di M. con quello di Erone. A M. è attribuito, dallo stesso S. Girolamo (De vir. ill., 127), uno scritto teologico contro gli ariani.
Bibl.: J. Dräseke, M. philosophus?, in Zeitschrift für wiss. Theologie, XXXVI (1893), pp. 290-315; K. Lübeck, Die Weihe des Kynikers M. zum Bischof v. Konstant. in ihrer Veranlassung dargestellt, Fulda 1907; J. Saydak, in Eos, XV (1909), pp. 18-48. Per l'ident. di Erone con M., v. K. Praechter, in F. Ueberseg, Grundr. d. Gesch. d. Philos., I, 12ª ed., Berlino 1926, p. 661.