MASSIMO (Magnus Maximus, in un'occasione, forse con intenti politici, Flavius Maximus)
Usurpatore dell'Impero Romano d'Occidente dal 383 al 388 d. C.
Spagnolo, di oscuri natali, era stato compagno d'arme del comes Teodosio, il padre del futuro imperatore, con cui, per protezioni ricevute, vantava una certa adfinitatem. Creato dux, e poi comes Britanniarum da Graziano, nel 383 le truppe ribelli lo proclamavano Augusto, benché egli si mostrasse riluttante. Scendeva così in Gallia, inseguendo Graziano, che veniva ucciso, sembra, a Lione. M. stabiliva la sua residenza a Treviri: avviava trattative con Teodosio, che gli riconosceva la sovranità sulla Britannia, sulla Gallia, sulla Spagna. Ma mirava intanto all'Italia, rimasta a Valentiniano II, giovanissimo figlio dell'ariana Giustina, che risiedeva a Milano. Nel 387, con il pretesto di combattere i barbari che minacciavano l'Italia e proclamandosi campione della fede ortodossa contro l'arianesimo della corte di Milano, passava le Alpi, cacciando Valentiniano che si rifugiava presso Teodosio. Stabiliva così la sua nuova residenza ad Aquileia. Ma nell'estate dell'anno seguente era sconfitto da Teodosio e messo a morte.
Dopo il riconoscimento di M., nella parte dell'Impero retta da Teodosio erano state innalzate statue del nuovo Augusto (una è documentata dalle fonti ad Alessandria) e la zecca di Costantinopoli coniò monete con l'effigie di lui. Al tempo di M. si fanno risalire monete occidentali con le effigi di Teodosio o di Valentiniano; monete di Treviri e di Costantinopoli hanno sul dritto il ritratto di M. e sul rovescio la legenda Concordia Augg; un iscrizione africana (l'Africa era dominio di Valentiniano) associa M. agli altri Augusti e ad Onorio. All'inizio del 388 M. celebrava quinquennalia, ricordati in monete di Treviri e anche di Costantinopoli con la sua effigie.
I tipi monetali di M. non sono molti. Presentano di solito sul dritto il ritratto loricato dell'Augusto di profilo a destra, e sul rovescio la sua figura loricata, stante, con labaro e il globo, si accompagna alla legenda Restitutor Reipublicae; lo scudo sostituisce il globo in quelle con Virtus exercitus. L'iconografia è molto vicina a quella del predecessore legittimo, Graziano, e del tutto simile è il diadema, che il Delbrück arriva a supporre fosse quello stesso dell'imperatore ucciso.
Un piccolo busto di bronzo (altezza 18 cm), con epigrafe ormai scomparsa, nel Palais des Beaux-Arts di Lione, è stato identificato con Massimo. Un uomo di circa quarant'anni, un volto mobile e vivo, con gli occhi convenzionalmente smisurati, la bocca carnosa e piccola, una breve barbula smartellata sul bronzo; capelli lisci e aderenti, con semplice frangia sulla fronte e il diadema come Graziano. Ha il paludamentum, sotto cui si scopre un interessante tipo di corazza.
Le fonti mettono in rilievo che questo generale non fosse eunuco. M. ebbe un figlio, Vittore, che innalzò ad Augusto, così come Teodosio aveva fatto con Onorio. I due Augusti sono raffigurati insieme sul rovescio di alcuni solidi milanesi, in trono, nimbati, l'Augusto maggiore di proporzioni più grandi; entrambi reggono insieme un unico globo al centro del trono, dietro la spalliera del quale è la Vittoria con le ali spiegate. Legenda: Victoria Augg, nelle monete con M. sul rovescio; Bono reipublicae Nati, in quelle con Vittore, un volto giovanile e delicato che ricorda molto quello di Valentiniano.
Bibl.: W. Ensslin, in Pauly-Wissowa, XIV, 1928, s. v., n. 33; R. Delbrück, Spätantike Kaiserporträts, Berlino-Lipsia 1933, pp. 29, 189 ss.; 203 ss. (ivi la bibl. precedente); L. Laffranchi-O. Ulrich Bansa, La moneta e la monetazione, in Storia di Milano, I, 1953, p. 697 ss., p. 715.