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MASTELLETTA, Giovanni Andrea Donducci, detto il

di Matteo Marangoni - Enciclopedia Italiana (1934)
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MASTELLETTA, Giovanni Andrea Donducci, detto il

Matteo Marangoni

Pittore e incisore, nato a Bologna il 14 febbraio 1575, morto ivi il 25 aprile 1655. Insofferente di disciplina, si allontanò presto dall'Accademia dei Carracci, continuando a lavorare da solo, rivolto esclusivamente al Parmigianino. Nei primi anni del '600 fu a Roma, portandovi alcuni quadretti di paese, che suscitarono l'ammirazione della corte; ma volle tornare subito a Bologna, e di là passare al Sasso (Bologna) ove, in una specie di eremitaggio, visse lavorando tutta la sua vita infelice. Ebbe presso i biografi la nomea di un artista che non sapesse disegnare, e che usasse una maniera "furbesca" scansando con le ombre le difficoltà (Malvasia), mentre intendeva a effetti puramente pittorici subordinandovi il disegno, come dimostrano, fra le più belle opere, le due grandi tele di S. Domenico di Bologna (1616), con due miracoli del santo, nelle quali soprattutto colpiscono la freschezza delle forme vaporose e ondeggianti, e la gamma luminosa, delicatissima, dei colori. Del 1616-17 è la Consegna delle chiavi a S. Pietro in S. Lorenzo di Budrio, sullo sfondo di un paese con cielo crepuscolare e trasparente, in un'aria livida che dà modo al pittore d'immergere la scena in una luce discreta, e di velarla di un'ombra di malinconia; il che può esser derivato, in parte, dai pittori ferraresi Ortolano e Scarsellino (con il quale molte opere del M. furono spesso confuse).

Del 1623-25 è la Resurrezione di Cristo, di S. Salvatore; forse il suo capolavoro, di un furore drammatico tintorettesco. Secondo il Malvasia, il pittore, negli ultimi anni, si volse a un'imitazione del Reni, "ma si tolse giù dal suo naturale, e diede in nulla", come mostrerebbero fra altro le sue tele della sacrestia dei Servi a Bologna, nelle quali invece troviamo una grazia così raffinata, nel coro angelico, da costituire uno dei più begli esempî dell'arte di lui. Il M., che diede in tutte le sue opere grande importanza al paesaggio, eseguì un numero grandissimo di quadretti, nei quali il soggetto storico serviva dì pretesto al paese, che egli dipinse sempre largo ed elegiaco, sotto cieli crepuscolari, con toni freddi e lividi, di un tocco nervoso e sommario: se ne trovano nelle pinacoteche di Bologna, di Modena, di Parma, di Roma (Spada), ecc. Della sua attività d'incisore, ricordata dai biografi, si conoscono solo due stampe, figuranti la Sacra Famiglia.

Bibl.: M. Marangoni, Il M., in L'Arte, XV (1912), pp. 174-82, ripubblicato in Arte barocca, Firenze 1927, p. 52 segg.; Thieme-Becker, Künstler-lexikon, IX, Lipsia 1913 (s. v. Donducci G. A.); U. Ojetti, L. Dami, N. Tarchiani, La pittura italiana del '600 e '700 nella mostra di palazzo Pitti a Firenze, Milano-Roma 1924; M. Nugent, ALla mostra della pittura italiana del '600 e '700, II, S. Casciano in Val di Pesa 1930, p. 246 segg.

Vedi anche
Carracci, Ludovico Pittore (Bologna 1555 - ivi 1619), cugino di Agostino e di Annibale. Si formò dapprima con P. Fontana, poi a Firenze col Passignano. Fu anche a Parma, a Mantova, a Venezia e, con felice eclettismo, trasse spunti da Andrea del Sarto, dal Correggio, dal Parmigianino, dai grandi maestri veneziani: in patria, ... Domenichino, Domenico Zampieri detto il Pittore (Bologna 1581 - Napoli 1641). Protagonista della pittura bolognese, fu uno dei promotori del classicismo secentesco europeo. Allievo prima di D. Calvaert poi dei Carracci, fu artista dei più colti, elaborando in un eclettismo raffinato le esperienze formali dei grandi maestri del 16° secolo. ... Rèni, Guido Pittore (Bologna 1575 - ivi 1642). Tra i maggiori artisti del tempo, molto apprezzato dai contemporanei, operò a Roma, a Napoli ma soprattutto nella sua città natale. Vicino al classicismo carraccesco seppe darne un'interpretazione personale e controllata, che al di là dello studio dei classici lascia ... Giovanni Battista, santo Giovanni Battista (gr. ᾿Ιωάννης Βαπτιστής, lat. Iohannes Baptista), santo. - Precursore di Gesù, predica la conversione e l'amore del prossimo perché è vicino il regno dei cieli e impartisce ai discepoli il battesimo (onde il soprannome) di conversione in remissione dei peccati (Matteo 3, 2; Marco 1, ...
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  • PALAZZO PITTI
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    Enciclopedia on line
    Pittore e incisore (Bologna 1575 - ivi 1655). Dopo un soggiorno a Roma, dove ebbe modo di conoscere le opere di A. Tassi e di A. Carracci (Paesaggi, 1610-11, Roma, galleria Spada), lavorò prevalentemente a Bologna, maturando uno stile originale che fondeva elementi desunti dal classicismo romano con ...
  • DONDUCCI, Giovanni Andrea, detto il Mastelletta
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 41 (1992)
    Anna Coliva Figlio di Andrea, "che faceva i mastelli" (Malvasia, 1678, p. 67), e di Paola, sua moglie, nacque a Bologna il 14 febbr. 1575. Sono scarse le notizie della sua attività giovanile, ma sono senz'altro attendibili le fonti che parlano di un suo apprendistato presso l'accademia dei Carracci: ...
Vocabolario
àlbero di sant’Andrèa
albero di sant'Andrea àlbero di sant’Andrèa locuz. usata come s. m. – Pianta della famiglia delle ebenacee (Diospyros lotus), nota anche con i nomi di legno santo, loto falso, loto d’Egitto, guaiaco falso; originaria dell’Asia, ha foglie...
détto
detto détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; propriamente d.; così d. (v. cosiddetto);...
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