Romanzo di G. Verga, apparso a puntate sulla Nuova Antologia nel 1888 e pubblicato in volume nel 1889 dopo un'attenta revisione, secondo dell'incompiuto ciclo dei "Vinti"; deriva il titolo dal nome del protagonista.
Gesualdo Motta è un siciliano che dalla condizione di manovale (mastro) si è elevato a quella di imprenditore e ricco proprietario (don), fino a mescolare le sue sorti, attraverso il matrimonio, con quelle della decaduta aristocrazia locale. Morirà deluso negli affetti, lontano dalla "roba" da lui faticosamente accumulata, e destinata a sicura dilapidazione, e dall'unica persona che lo ha amato disinteressatamente, la serva Diodata.