Masturbazione
Il termine masturbazione (dal latino masturbari, che ha probabilmente origine da manu turbare, "agitare con la mano") si riferisce a una forma di autoerotismo, consistente in una stimolazione ritmica e volontaria degli organi genitali che produce piacere sessuale.
l. Caratteri generali
La masturbazione può essere alimentata da motivazioni molto diverse: può esprimere una ricerca di piacere sessuale, ma anche la difficoltà di stabilire una relazione sessuale adulta; può servire a scaricare l'ansia; oppure essere provocata da collera e rabbia; può costituire un tentativo di rimuovere un eccitamento traumatico del passato. Soltanto l'analisi dell'aspetto psicodinamico che la sottende consente di qualificarne la natura e di chiarire, dal punto di vista clinico, se nel singolo individuo essa sia un comportamento naturale, espressivo di un normale sviluppo psicosessuale, oppure costituisca un comportamento ossessivo o comunque patologico. L'indagine sulla sessualità di A.C. Kinsey e i suoi collaboratori (1953) riportava che il 95% degli uomini e il 70% delle donne praticavano la masturbazione, almeno saltuariamente. Curiosamente, questa percentuale variava secondo il titolo di studio: fra le donne, infatti, veniva praticata dal 34% di coloro che avevano frequentato la scuola dell'obbligo, dal 59% di quelle che avevano terminato le superiori e dal 75% delle laureate. Tra gli uomini sposati la masturbazione era occasionalmente praticata dal 70% dei laureati, dal 42% degli uomini con diploma superiore e dal 29% di quelli che avevano frequentato la scuola dell'obbligo. È evidente quindi l'influsso della cultura nel riportare alle giuste dimensioni un gesto antico quanto l'uomo, ma fortemente messo al bando soprattutto nei gruppi sociali in cui l'erotismo è più strettamente legato alla procreazione e alla sessualità della coppia eterosessuale. Indagini recenti (Cafaro 1998) mostrano che tra gli studenti la masturbazione è ormai ugualmente distribuita nei due sessi, con un 93,3% dei maschi e un 91% delle femmine.
L'osservazione ecografica dei bambini mostra che il contatto esplorativo dei genitali, il cosiddetto gioco genitale, è presente anche in utero, durante gli ultimi mesi di gravidanza. Continua dopo la nascita, specialmente quando il bambino è sereno: per es. mentre viene allattato. Il significato di questo gioco esplorativo, non ancora finalizzato a un piacere specifico, è quello di contribuire a comporre lo schema corporeo, quella mappa interiore del corpo, fisica ed emotiva, che il piccolo piano piano costruisce appunto attraverso il gioco e il contatto (Bowlby 1988). Solamente verso i 2 anni, quando la maturazione neuromuscolare dei piccoli muscoli volontari della mano consente l'esecuzione di movimenti ritmici, è possibile parlare propriamente di masturbazione; questa, che nell'infanzia non è necessariamente orgasmica, confluisce poi nell'attività autoerotica finalizzata al piacere orgasmico, che è raggiungibile nella maggioranza dei giovani alla pubertà, ma spesso anche molto prima. Nel bambino, nell'adolescente, ma talora anche nell'adulto, la primissima funzione della masturbazione è la semplice scarica di tensione. Nel piccolo, durante la fase di separazione e di individuazione rispetto alla madre, il gioco genitale e la masturbazione sono importanti per rafforzare il senso di autonomia attraverso la percezione di poter provare gioia e piacere da soli, anche indipendentemente dalla presenza materna. In questo senso il toccarsi i genitali svolge la stessa funzione rassicurante del succhiarsi il pollice (Marcus-Francis 1975). La possibilità di vedere i propri genitali favorisce inoltre, nel bambino maschio, quell'integrazione del pene nell'immagine di sé che, invece, per la femmina, è più difficile. La bambina ha infatti l'esperienza tattile, propriocettiva ed emotiva del piacere genitale, senza un corrispettivo visivo che lo sostanzi nella rappresentazione fisica di sé (rappresentazione visiva che diventa invece massima con la mestruazione, che non a caso 'segna' il confine anche simbolico fra l'adolescenza e la maturità sessuale femminile).
Nell'adolescenza, il comparire delle fantasie sessuali, in cui, durante la masturbazione, il ragazzo o la ragazza immaginano la persona amata, dà alla masturbazione stessa (e soprattutto alle fantasie che l'accompagnano) un ruolo di 'ponte' verso il rapporto a due. Nell'immaginario, infatti, l'adolescente può anticipare - senza rischi! - gesti, comportamenti e seduzioni che più tardi potrà vivere nella realtà. In questo senso, l'analisi delle fantasie masturbatorie viene considerata un'altra 'strada regia per l'inconscio' (Marcus-Francis 1975). Essa può segnalare infatti molto bene come stia maturando l'identità sessuale dell'adolescente, quale sia il suo più autentico orientamento sessuale e così via (Crépault 1986; Baldaro Verde-Graziottin 1991). Nell'adolescente, inoltre, la necessità di controllare comunque l'impulso masturbatorio, per viverlo in luoghi e tempi socialmente appropriati, costituisce uno stimolo importante per la maturazione delle capacità dell'Io di accettare la frustrazione temporanea dell'impulso, di rimandarla a momenti più opportuni, di integrarla a livello fantasmatico con il maturare della vita affettiva e la spinta all'autonomia.
Va ricordato che a volte la masturbazione può essere mascherata dal punto di vista fisico: per es. molte ragazze hanno l'abitudine di comprimere le gambe stringendo le cosce senza usare le mani e senza rendersi conto del carattere sessuale delle sensazioni percepite. Può essere mascherata anche in senso psicologico, quando persiste l'eccitamento sessuale, ma non vengono riconosciuti come tali né l'attività compensatoria messa in atto né il suo carattere sessuale. In alcuni casi può essere associata ad attività non erotiche, come il gioco d'azzardo, il volo, il rischio, la guida spericolata, che possono scaricare in modo inconscio una tensione sessuale che non trova sfogo sufficiente o emotivamente adeguato né nel rapporto né nell'autoerotismo. Secondo alcuni studiosi (Marcus-Francis 1975), la masturbazione coatta può esprimersi anche attraverso comportamenti sostitutivi, quali l'onicofagia, il grattarsi continuamente, il toccarsi il naso ripetutamente, il dondolare la testa o il corpo. Molti adolescenti vengono ancora oggi spaventati da educatori e genitori poco informati sui rischi che la masturbazione comporterebbe. In realtà, dal punto di vista medico, non è mai stato dimostrato che la masturbazione provochi alcun danno, né a carico dell'apparato genitale, né della fertilità, né, tanto meno, dell'intelligenza. Sono senza dubbio i sensi di colpa associati all'attività masturbatoria, per il giudizio morale che la stigmatizza, a favorire la 'superstizione,' fortemente radicata nella nostra cultura, che essa possa provocare danni fisici o psichici. Nell'adulto la masturbazione può mantenere gli stessi significati e venire praticata in assenza di partner, o se il partner è malato o comunque non disponibile. Generalmente diventa un atto saltuario, cedendo il passo alla sessualità di coppia. Se il partner c'è ed è disponibile al rapporto, la masturbazione può esprimere anche la paura del confronto sessuale diretto, il bisogno di rassicurarsi sulla propria normalità funzionale, come può accadere, per es., agli uomini che notano i primi occasionali deficit di erezione (Graziottin 1994). In qualche caso, gli uomini che tendono a concludere sempre il rapporto con un gesto masturbatorio esprimono così il bisogno di rassicurarsi sulla propria integrità e indipendenza funzionale e sessuale, corporea e, in qualche modo, anche psichica. Nelle donne, la preferenza per la masturbazione, in presenza di un partner disponibile, potrebbe indicare un'insoddisfazione sessuale (per es. l'impossibilità di raggiungere l'orgasmo a causa dell'eiaculazione precoce del partner) o comunque la difficoltà di abbandono fino all'orgasmo nell'intimità di coppia. Molti adulti infine includono la masturbazione fra i giochi erotici di coppia. Nell'anziano l'attività masturbatoria riprende spesso il senso compensatorio e autogratificante della giovinezza.
Dal punto di vista clinico, la masturbazione può invece suggerire la presenza di un disturbo: a) quando i genitali diventano una specie di feticcio, ossia un oggetto d'investimento emotivo eccessivo o di attenzioni maniacali; b) quando indica una bassa tolleranza alla tensione ed esprime la tendenza a rifugiarsi in questo tipo di scarica invece di affrontare le difficoltà della vita, anche relazionali (come dimostra la frequente associazione tra masturbazione eccessiva e insuccessi scolastici, solitudine, difficoltà a entrare in amicizia con gli altri, tossicomania); c) quando è associata a un'eccessiva angoscia del Super-Io, che si esprime attraverso intollerabili sensi di colpa e il rifiuto dell'eccitazione (in questo modo l'energia libidica bloccata finisce per alimentare in modo sotterraneo sintomi transitori, equivalenti masturbatori senza esperienza orgasmica, o attività non sessuali associate a intensi sensi di colpa, come quelle attività pericolose indicate sopra); d) quando la difficoltà di accettare fantasie sessuali 'sgradite' o inquietanti, come quelle omosessuali, può indurre taluni adolescenti ad avere precocemente il rapporto sessuale, per rassicurarsi sulla propria normalità. Se la masturbazione è obiettivamente o soggettivamente percepita come eccessiva o disturbante, è importante capire quali bisogni appaghi e quali frustrazioni compensi e modificare i fattori che la alimentano; occorre analizzare, meglio se con l'ausilio di uno psicoterapeuta, le fantasie che l'accompagnano e che consentono di comprendere il vero significato che essa ha per lo sviluppo psicosessuale e l'equilibrio della persona in quel periodo della vita.
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