MATELICA (Matilica, demotico Matelicatis)
Città delle Marche situata nella Regione VI (Umbria), al confine della V (Picenum), menzionata da Plinio (Nat. hist., iii, 113) e dal Liber Coloniarum (p. 257), il quale ultimo la include tra le Civitates Piceni.
Compresa nelle praefecturae e conciliabula del Piceno, ebbe la civitas sine suffragio nel 233 a. C. Municipio romano, come ci è attestato da un'iscrizione di C. Arrio (C.I.L., xi, 5646), ci sono noti un curator, alcuni decuriones, duoviri, censores, quinquennales. Fu iscritta alla tribù Cornelia.
M. sorgeva nel luogo dell'attuale città, che nel nucleo più antico conserva ancora il tracciato romano di cui l'attuale via Vittorio Emanuele di fondo valle costitui il decumanus. Nel corso dei secoli, come ci è serbata memoria, si sono avuti non infrequenti ritrovamenti di statue e di mosaici oltre che di resti murari e di epigrafi.
Verso la fine dell'Impero appare come sede vescovile, inclusa nella provincia denominata Picenum suburbicarium. Si conoscono un vescovo Equitius all'anno 487, altro di nome Basilius nel 475, 499 ed un Florentius nel 551.
Bibl.: C.I.L., XI, p. 819, nn. 5643-5660; E. H. B., in W. Smith, Dict. of Greek and Roman Geography, Londra 1869, s. v.; H. Nissen, Italische Landeskunde, Berlino 1863, II, p. 386; Philipp, in Pauly-Wissowa, XIV, 1928, c. 2205, s. v. Matilica; F. Lanzoni, Le diocesi d'Italia, 1947, p. 489.