Rebitsch, Mathias
'Sestogradista' in libera per antonomasia, aprì vie prese a esempio alla fine degli anni Settanta da scalatori moderni come Reinhard Karl e Helmut Kiene per inaugurare il VII grado. Iniziò con prime salite e ripetizioni di itinerari di elevata difficoltà a vent'anni e alla fine degli anni Quaranta aveva al suo attivo più di 30 nuove vie estreme. Nel 1935 mise a segno il suo primo VI grado, sul Pilastro Sudovest della Cima Ovest dell'Öfelekopf (Wetterstein). Nel 1936 aprì la diretta alla Nord della Riepenwand (VI grado) e nello stesso anno scalò la Sud nella Goldkappel, nel gruppo del Tribulaun (Alpi di Stubai), con Kuno Rainer (forse un VI grado superiore). Nel 1937 sulla Nord dell'Eiger con Ludwig Vörg si ritirò, in piena tormenta, dalla metà della parete, dopo avervi trascorso 100 ore. Si ripropose di ritentare l'anno successivo con Anderl Heckmair, uno scalatore altrettanto forte e completo, ma nel 1938 partì per il Nanga Parbat (8125 m), lasciando così il successo sulla Nord dell'Eiger a Heckmair e Vörg. Nel 1939 salì l'inviolato Pilastro Nord del Kleiner Solstein (V+); nel 1944 la diretta lungo lo Spigolo Est della Ochsenwand (VI-) in cordata con L. Nowansky, ma fu dalla fine della Seconda guerra mondiale che aprì le sue vie più impegnative: la diretta della Lalidererwand (VI grado) con Sepp Spiegel e Rainer, il 'Nordverschneidung', forse già VII grado, con F. Lorenz e la parete Est della Fleischbank (Kaisergebirge; VI-). Nel 1951 un incidente sugli sci e uno in motocicletta misero fine alla sua attività estrema sulle Alpi. Si dedicò allora all'alpinismo extraeuropeo, coniugandolo con studi antropologici e archeologici. Ancora con le stampelle, partì nel 1952 alla volta delle montagne dell'Ausangate (Perù). Nel 1954 fu capo di una spedizione tedesco-austriaca nel Karakorum con obiettivi alpinistico-scientifici.