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MATRALIA

di Gioacchino MANCINI - Enciclopedia Italiana (1934)
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MATRALIA

Gioacchino MANCINI

. Nell'antica Roma, l'11 giugno si sacrificava, durante le sacre di Vesta, alla Dea Bona, sotto il nome di Matuta; quel giorno festivo prendeva il nome di Matralia. L'offerta, come nelle Vestalia, consisteva in una rustica focaccia, abbrustolita in un vaso fittile, riscaldato, posta dalle matrone sull'ara della dea. Nei giorno stesso si celebrava una strana cerimonia, della quale è difficile determinare l'origine. Si conduceva nel tempio una serva, e dopo averla percossa la si cacciava dal tempio (v. mater matuta). Si usava anche portare in braccio i figli dei propri fratelli, in luogo dei figli propri.

Vedi anche
Mater Matuta Antica divinità romana venerata come dea dell’aurora, con Giano pater matutinus, e come protettrice delle partorienti. In suo onore si celebravano l’11 giugno le Matralie, alle quali partecipavano le matrone che avessero avuto un solo marito; le donne non libere erano escluse. A Roma le era dedicato ... Bona Dea Divinità romana venerata nelle calende di maggio nel suo tempio sull’Aventino, e nella notte tra il 3 e il 4 dicembre nella casa del magistrato in carica, dove riceveva un sacrificio e una libagione dalla moglie del magistrato, dalle matrone e dalle Vestali. Dalla cerimonia erano banditi gli uomini.  ● ... sacrificio Atto rituale attraverso il quale si dedica un oggetto o un animale o un essere umano a un’entità sovrumana o divina, sottraendolo alla sfera quotidiana, come segno di devozione oppure per ottenere qualche beneficio. 1. Generalità Il sacrificio è di centrale importanza nella maggior parte delle religioni; ... farro Nome comune delle specie di frumento vestite; più propriamente indica Triticum dicoccum, ma si usa anche per Triticum spelta e per Triticum monococcum; quest’ultimo chiamato anche piccolo farro o farragine.
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