matriarcato
Organizzazione familiare e sociale in cui il potere è detenuto dalle donne. Il termine, coniato verso la fine del sec. 19° sul modello di patriarcato, diversamente da questo, almeno in origine, non indicava un sistema sociale fondato su forme di potere politico femminile, ma semplicemente un’organizzazione sociale fondata sulla filiazione matrilineare. Successivamente, nell’ambito delle ipotesi evoluzioniste, esso acquisto sempre più il significato di un sistema, speculare a quello patriarcale, fondato su un diritto materno capace di garantire alle donne ruoli e status predominanti. In questo senso e stato usato nell’antropologia vittoriana e, almeno fino alla metà del sec. 20°, ha continuato a essere adoperato anche da alcune correnti antropologiche meno aggiornate. All’interno delle diverse posizioni evoluzioniste (L.H. Morgan e, soprattutto, J.J. Bachofen) il m. era dunque considerato una fase primitiva di organizzazione sociale, poi sostituita dal patriarcato. Le ricerche antropologiche hanno dimostrato non solo l’insostenibilità delle congetture evoluzioniste su ipotetici passaggi da fasi matriarcali a fasi dominate dal diritto paterno, ma anche, e soprattutto, l’assenza, dal panorama di tutte le società antiche o contemporanee a noi note, di organizzazioni sociali fondate sull’assegnazione di potere politico alle donne piuttosto che agli uomini. Nonostante tali acquisizioni, il concetto di m. è assunto spesso, specie in aree disciplinari non attente al discorso antropologico, a sostegno di precise tesi di carattere ideologico. D’altro canto, per quanto non più in uso nel moderno discorso antropologico, alcune idee di tipo evoluzionista e alcune costruzioni ideologiche continuano a utilizzare la stessa categoria moderna di sistema matrilineare, che ha sostituito quella arcaica di matriarcato.