BARTOLI, Matteo
Linguista, nato ad Albona (Istria) il 22 novembre 1873, laureato all'università di Vienna e professore, dal 1907, all'università di Torino. Il B. ha iniziato la sua carriera scientifica con uno studio poderoso sul dalmatico (Das Dalmatische, voll. 2, Vienna 1906), il linguaggio neolatino spentosi a Veglia nel 1898. Questo studio, basato su condizioni linguistiche eccezionali, ma feconde di elementi istruttivi, determinò in buona parte l'indirizzo della sua opera successiva. L'osservazione dell'infiltrarsi o fossilizzarsi di elementi lessicali dalmatici nel serbo-croato della Dalmazia lo spinse verso indagini simili nel campo più vasto delle lingue slave in generale (Riflessi slavi di vocali labiali romane e romanze, greche e germaniche, in Zbornik u slavu V. Jagića, Berlino 1908); il rapporto del dalmatico mn le altre lingue balcaniche lo indusse a dedicare anche a esse la sua attenzione (Pubblicazioni recenti di filologia rumena, in Studj di filologia romanza, VIII, 1901); infine il carattere conservativo del dalmatico e la sua posizione nella famiglia dei linguaggi neolatini lo fece risalire alle loro origini (Alle fonti del neolatino, in Miscellanea di studi in onore di A. Hortis, Trieste 1910). Già da questi studî traspare l'atteggiamento critico del B. di fronte al metodo predominante negli studî linguistici e la sua ricerca di criterî nuovi (v. specialmente l'Introduzione alla neolinguistica, Ginevra 1925). Il B. tenta ora l'applicazione della sua teoria delle aree al campo della linguistica indoeuropea (v. il suo articolo in Silloge linguistica ded. alla memoria di G. I. Ascoli, Torino 1929).
Dal vol. XX il B. è direttore della sezione neolatina dell'Archivio glottologico italiano, e da alcuni anni dirige i lavori per l'Atlante linguistico italiano (v. Geografia linguistica).
Bibl.: G. Maver, in Slavia, VII, pp. 144-57.