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BENTI, Matteo

di Anna Maria Monterosso Vacchelli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)
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BENTI (Bente), Matteo

Anna Maria Monterosso Vacchelli

Nacque a Maclodio (Brescia), presumibilmente nel 1579. La data di nascita si ricava con una certa sicurezza da una polizza d'estimo del 1661, dalla quale risulta che il B. a ottantadue anni teneva ancora "essercitio di far cithere e violini". La testimonianza, citata dal Livi, contrasta con l'ipotesi di alcuni moderni biografi, per altro autorevoli, tra cui il De Piccolellis, che lo vorrebbero addirittura predecessore di Gasparo da Salò, mentre fu, caso mai, suo allievo e contemporaneo del Maggini. Che il B. esercitasse la professione di liutaio, è dichiarato esplicitamente in un'altra polizza, del 1637, in cui egli stesso afferma di abitare a Brescia da quarant'anni e si qualifica "fabro di cithere et altri instromenti". Presso l'Archivio del Comune di Brescia si trova inoltre un elenco di "distrittuali" venuti ad abitare a Brescia, appartenente all'Estimo civico generale del 1641, in cui si dichiara che "Benti Matteo... fa cittare...". Niente altro ci rimane che possa testimoniare con sicurezza avvenimenti della sua vita. Perfino della sua opera di liutaio, che dovette certamente essere rigogliosa, se si pensa alla lunghezza della sua vita, non rimane - di sicuramente attribuibile al B. - che un liuto, conservato al Museo del Conservatorio di Parigi. Tutti i giudizi sono però concordi nell'affermare che questo strumento è sufficiente da solo, per la ricchezza e la raffinatezza delle ornamentazioni, a garantire delle straordinarie doti di intagliatore e di intarsiatore del Benti. Scarsamente attendibili - e del resto discordanti - sono invece le testimonianze sugli altri strumenti, in particolare viole, violini e citare, la cui attribuzione al B. si è basata probabilmente solo sull'esistenza di un'etichetta all'interno di essi, fattore, questo, assai di rado determinante per stabilire la sicura paternità di uno strumento. Molti biografi, invece, descrivendo, ad esempio, il famoso violino appartenuto al violinista norvegese Ole Bull, non esitano ad attribuirlo al B., arrivando persino a sottolineare la notevole somiglianza di questo strumento con i violini costruiti da Gasparo da Salò. Soltanto il Vannes, dietro le indicazioni del Livi, ha rilevato che, trattandosi di un'opera datata 1580, essa non poteva essere attribuita al B., che nasceva appunto verso il 1580. La somiglianza di questo con gli strumenti del caposcuola bresciano è perciò più che naturale, trattandosi con ogni probabilità di un violino costruito dallo stesso Gasparo da Salò.

D'altra parte, se anche mancano oggi quasi del tutto elementi che ci permettano una diretta valutazione dell'opera del B., rimangono citazioni di testimonianze più antiche sulle caratteristiche dei suoi strumenti: formato grande, volte pronunziate, vernice bruno-rossastra. Lo Henley riporta inoltre un giudizio di Tartini, il quale, provando un violino del B., sarebbe rimasto entusiasta della sua meravigliosa sonorità.

Tutto ciò vale ad assicurarci che il B. fu un non indegno rappresentante di quella scuola bresciana che ebbe, prima in Gasparo da Salò e poi in Giovan Paolo Maggini, i suoi massimi esponenti.

Non si conosce la data di morte del B.: considerando che nel 1661 egli aveva già 82 anni, si può presumere che essa sia avvenuta press'a poco in quel periodo.

Bibl.: G. Hart, The violin: its famous makers and their imitators, London 1875, p. 59; G. De Piccolellis, Liutai antichi e moderni..., Firenze 1885, p. 16; G. Livi, I liutai bresciani. Nuove ricerche, Milano 1896, p. 65; G. Strocchi, Liuteria. Storia e arte, Lugo 1937, p. 289; A. Vidal, Les instruments à archet, I, London 1961, p. 158; A. Valentini, Diz. dei music. bresciani, Brescia 1894, p. 20; W. L. F. von Lütgendhorff, Die Geigen und Lautenmacher vom Mittel. bis zur Gegenwart, Frankfurt a. M. 1904, p. 42; H. Poidras, Crit. and Docum. Dict. of violin makers old and modern, II, Rouen 1928, p. 5; R. Vannes, Dict. univ. des luthiers, I, Bruxelles 1951, p. 26; Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 630; K. Jalovec, Italienische Geigenbauer, Prag 1957, p. ss; W. Henley, Universal Dict. of violin and bow makers, I, Brighton Sussex 1959, p. 103.

Vedi anche
Gasparo Bertolòtti Bertolòtti, Gasparo (detto anche Gasparo da Salò). - Liutaio (Salò 1540 - Brescia 1609). Studiò probabilmente dapprima col padre (anch'egli liutaio), poi a Brescia (dal 1563) con G. Virchi e P. Micheli. Dai pochi esemplari rimasti dei suoi strumenti, s'avverte la trasformazione e il trapasso dalle antiche ... liuterìa liuterìa Arte di costruire strumenti musicali a corde, sia ad arco sia pizzicate; per estensione, bottega o laboratorio in cui si costruiscono viole, violini, violoncelli, contrabbassi, chitarre, tiorbe, mandolini. Questa professione ebbe quasi certamente origine tra i Tirolesi, ricchi di legno adatto. ... liuto Strumento a corde pizzicate, introdotto nel 9° sec. dagli Arabi in Spagna e di qui diffuso in tutta Europa. È composto da un corpo convesso, nel cui centro si apre il foro di risonanza, e da un manico allungato. Con numero di corde e tipo di accordatura variabili, fu considerato a lungo lo strumento ... violino Strumento musicale a corde e ad arco, appartenente alla famiglia della viola, del violoncello e del contrabbasso, nella quale occupa il posto del soprano, offrendo l’estensione più acuta di tutti gli altri, dal sol2 al do7. Fissato nella sua forma attuale alla fine del Cinquecento (violino fig.), è costituito ...
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mattèo
matteo mattèo s. m. [dal nome proprio Matteo, per incrocio fam. con matto1]. – Formazione scherz., usata in locuzioni region., come aver del m., essere un po’ pazzo.
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