BORBONI, Matteo
Nacque a Bologna verso il 1610; secondo il Malvasia (1678, I, p. 207; II, p. 148), frequentò la scuola di G. Ferrantini e, con G. D. Sirani, quella di G. B. Cavazza. Negli anni 1639-1678 fu per ben diciannove volte massaro della Compagnia dei pittori (Arfelli); il Malvasia, scrivendo lui vivente, ne ricorda con gratitudine la gentilezza, perché gli aveva messo a disposizione "i libri antichi, li Statuti, le Matricole ed altre Scritture della Compagnia" (I, pp. 207 s.).
Molto poco ci resta dell'opera del B. che lo Zani definisce pittore quadraturista, pittore architetto, di storia sacra e profana, incisore e macchinista. A Bologna il Malvasia (1686) ricorda nella chiesa di S. Giacomo Maggiore Angeli a fresco (già scomparsi nel secolo seguente), nella chiesa del Buon Gesù un S.Bernardino davanti al pontefice, probabilmente perduto quando la chiesa fu soppressa, e in quella dei Servi una Assunta affrestata sopra l'organo e la decorazione architettonica (tuttora esistente): le due ultime opere sono già ricordate dal Masini. Nel 1654 il B. decorò il soffitto dell'oratorio del SS. Sacramento di Mirandola, andato però distrutto nel 1774 (Campori). Nel 1663 avrebbe invece dipinto nel palazzo ducale di Mirandola, oltre che a Parma, avendo come aiutante G. Pizzoli dodicenne (Zanotti).
L'amicizia col Sirani durò negli anni, dato che fu il B. nel 1665 a disegnare il catafalco per le esequie di Elisabetta Sirani in S. Domenico, ispirandosi all'altar maggiore del Vignola in S. Petronio: due disegni originali sono conservati a New York (Peter Cooper Union, nn. 1938-88-25; 1901-39-2493). Il Malvasia, oltre a riportare l'incisione di L. Titi, ristampa l'orazione funebre di G. L. Picinardi (Il pennello lagrimato, Bologna 1665), dove l'"alta e nobile macchina" viene dettagliatamente descritta (Malvasia, 1678, II, pp. 392 s.). La Sirani nella Nota delle sue pitture (ibid., p. 394) ricorda di aver dipinto per il B. un "San Francesco pieciolo". Dell'attività incisoria del B., oltre a una pianta prospettica di Bologna (1638), che incontrò discreto successo se veniva ancora ristampata nel 1724 (alcuni brani sono riprodotti da A. Emiliani, in Malvasia, 1969), sono registrate solo il S.Benedetto dal dipinto di Guido Reni in S. Michele in Bosco e una Madonna (Bartsch).
Il B. morì a Bologna intorno al 1678. Manca qualsiasi documentazione per affermare che egli si sia recato in Francia, come invece scrive il Félibien, o che fosse fratello di Domenico (Orlandi).
Domenico Borboni, bolognese, compare tra gli "anciens artistes" di Avignone in un documento del 1649; in tale anno eseguì una tela e le decorazioni del teatro di quella città in occasione della rappresentazione del balletto La fontaine de Vaucluse nella Sala grande del "Collège du Roure" (Achard). Nel 1656 eseguì per la chiesa delle monache della Visitazione di Maria a Villefranche (Avignone) un grandioso ciclo di affreschi (perduti), con le Storie della vita della Vergine, descritti minutamente nel sec. XVIII da Trollieur de la Vaupierre. Questa descrizione è riportata in Guigue insieme con l'iscrizione (anch'essa perduta), che si trovava a fianco della porta d'entrata: "Absolutissimum hic speculatoriae picturae / Tyrocinium peritioribus suspiciendum / Dominicus Borbonius marte proprio / Elucidavit anno 1656". Lo stato di conservazione delle pitture viene in questo documento descritto come perfetto; particolarmente lodata è la "prospective admirable, une architecture noble et savante. Tout parait en relief et trompe la vue; on croirait volontiers les morceaux de sculptures réels...".
Fonti e Bibl.: A. Masini, Bologna perlustrata..., Bologna 1666, I, p. 633; C. C. Malvasia, Felsina Pittrice [1678], Bologna 1841, I, pp. 207 s.; II, pp. 116, 148, 363, 392 ss.; Id., Le pitture di Bologna... [1686], a cura di A. Emiliani, Bologna 1969, pp. 88/6, 215/21, 276/14; A. P. Orlandi, Abcedario pitt., Bologna 1704, p. 281; G. Zanotti, Storia dell'Acc. Clementina, Bologna 1739, II, p. 252; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 193; G. Campori, Gli artisti ital. e stranieri negli Stati estensi, Modena 1855, pp. 90, 378; A. Bartsch, Le peintre graveur, XIX, Leipzig 1870, pp. 194 s.; O. Berendson, The Italian sixteenth and seventeenth centuries catafalques, tesi per Ph. D., New York University, Institute of Fine Arts, 1961, pp. 92 s., 224; A. Arfelli, in C. C. Malvasia, Vite di pittori bolognesi, Bologna 1961, p. 91; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 335. Per Domenico: A. Félibien, Entretiens sur les vies... des plus excellens peintres..., Paris 1688, II, p. 456; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, cit., I, 4, p. 193; [P. Achard], Notes sur quelques anciens artistes d'Avignon, in Archives de l'art français, IV (1856), p. 185; [C. Guigue], D. Borbonio peintre Bolonais...,ibid., V (1857-1858), pp. 197-199; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 335.