CAMPORI, Matteo
Nacque a Modena il 31 ag. 1856, terzogenito del marchese Cesare e di Adele Ricci. Nel collegio S. Carlo, dove entrò nel 1864, fece gli studi ginnasiali e liceali; poi fu allievo della scuola militare di Modena, e ne uscì ufficiale effettivo di cavalleria.
Non erano rarissimi allora gli ufficiali che avevano anche attitudini o ambizioni letterarie: uno di questi fu il C., che all'amore per le lettere e le arti era portato anche dalla tradizione familiare. Pubblicò a Modena nel 1879un volumetto di versi (Primavere poetiche)in cui si alternano espressioni di giovanile malinconia e momenti di entusiasmo patriottico. Qualche anno dopo pubblicò (Modena 1882)la traduzione in versi dei Canti del soldato di P. Déroulède dedicandola a E. De Amicis, che vi premise un saggio su "P. Déroulède e la poesia patriottica". Versi e articoli di rivista il C. scrisse anche negli anni seguenti, mentre faceva il suo servizio di ufficiale e frequentava, a Milano, la società elegante: tra l'altro pubblicò unabreve collana di sonetti (Dragoni gialli, Milano 1890)che celebrano la storia e le glorie del reggimento Nizza cavalleria, in cui egli era allora capitano.
Lasciato il servizio attivo il C., che nel 1884 aveva sposato Camilla Stanga, tornò a Modena. La città in quegli anni offriva un ambiente provinciale e raccolto, ma ben vivo: i cattolici del non expedit, i moderati, i radicali, i primi socialisti vi avevano i loro gruppi molto attivi e la loro stampa; la Biblioteca e l'Archivio Estensi erano strumenti impareggiabili di studio e di ricerca storica ed erano stati, si può dire, il luogo di lavoro del padre e dello zio del C.; l'università, la Deputazione di storia patria, la R. Accademia di scienze, lettere e arti erano centri di cultura, non certamente d'avanguardia, ma neppure troppo retriva. Il C. prese a partecipare con un certo entusiasmo alla vita sia politica sia culturale della città. Oltre a scritti minori pubblicò nel 1892 a Modena la Corrispondenza fra L. A. Muratori e il Leibniz e nel 1895 a Milano un volume di versi (Canti e squilli). Nel 1898 ebbe parte importante nella fondazione del quotidiano La provincia di Modena, che fu diretto dal romanziere Luciano Zuccoli ed ispirato ai principî monarchico conservatori. Fondò e presiedette l'Associazione costituzionale modenese, che voleva riunire i cittadini "che aderiscono alle vigenti istituzioni politiche sotto la monarchia di Casa Savoia". Ebbe diverse cariche pubbliche: fu consigliere comunale (dal 1900 al 1907 fu anche assessore) e provinciale, presidente della Commissione per la conservazione dei monumenti e direttore onorario del Museo civico. Dal 1922 alla morte fu presidente della R. Accademia di scienze, lettere e arti. All'epoca della guerra 1915-18 fu interventista: pubblicò anche un volumetto di Epigrammi di guerra (Modena 1917), satireggianti i sovrani d'Austria e di Germania.
Morì a Modena il 30 maggio 1933.
Merita d'essere ricordato soprattutto per la pubblicazione dell'epistolario del Muratori e per la costituzione della Galleria Campori. L'idea di pubblicare il corpus completo delle lettere del Muratori gli era venuta fin da quando aveva pubblicato le lettere al Leibniz. Ma i fatti che lo decisero ad accingersi all'impresa furono due: l'acquisto di tutto il materiale raccolto dallo studioso modenese A. G. Spinelli e il permesso di adire e di trarre copie dall'Archivio Muratoriano, concessogli da Pietro Soli Muratori che ne era proprietario per eredità. Lo Spinelli aveva messo insieme tutte le lettere muratoriane edite: erano circa 3.000 sparse in circa 300 pubblicazioni. Nell'Archivio Muratoriano il C. trovò circa 2.000 minute di lettere inedite. Per avere altre lettere fece stampare e divulgò in Italia e all'estero un elenco di tutti i corrispondenti del Muratori, insieme con un appello ai possessori di lettere perché gliele comunicassero. L'appello fu ripetuto più volte in varie occasioni, ma senza gran risultato. Tuttavia il C. poté pubblicare 6.042 lettere, il cui testo fu stabilito dal suo principale collaboratore, Ettore Zoccoli. Il primo volume dell'Epistolario uscì nel 1901, il XIV e ultimo nel 1922. Benché molto incompleto (basti pensare che nell'Archivio Muratoriano si trovano più di ventimila lettere dirette al Muratori da oltre 2.000 corrispondenti) e benché non sia esente da notevoli difetti, l'epistolario edito sotto la direzione e col finanziamento del C. è stato ed è uno strumento di incomparabile utilità per lo studio della cultura della prima metà del Settecento.
La famiglia Campori aveva per gran tempo posseduto ricche raccolte di quadri e d'opere d'arte, ridotte a poco dalle donazioni e dai lasciti di Giuseppe, zio del C., alla Galleria Estense, al Museo civico ed alla Biblioteca comunale di Modena. Il C. volle ricostituirle e divenne uno straordinario collezionista, ricercatore e scopritore d'opere d'arte. Riuscì con gran cura e dispendio a mettere insieme 121 quadri, tutti di buoni od eccellenti autori, per lo più del Sei-Settecento e circa 250 altri oggetti d'arte (statue, bronzi, ceramiche, ecc.). La Galleria, allogata in un'ala del palazzo Campori ed aperta al pubblico nel 1926, fu poi donata tre anni dopo dal C. stesso, insieme con la parte di palazzo che la ospitava, al comune di Modena. In conseguenza di un bombardamento aereo che nel giugno 1944 semidistrusse il palazzo, e di una causa intentata dall'erede del C. restarono al comune solo 95 quadri, che sono ora collocati presso il Museo civico, ed una statua. Tutto il resto è andato distrutto o disperso.
Bibl.: M. Campori, Come divennicollezionista, in F. Malaguzzi Valeri, La Galleria Campori, Reggio Emilia 1924; La Galleria Campori donata al comune di Modena, Modena s.d. (ma 1929); A. Donaggio, Commemorazione del march. M. C., in Atti e mem. della R. Accad. di scienze, lettere e arti di Modena, s. 4, V (1933-34), pp. LXVII-LXXII; T. Ascari, Per completare l'epistolario del Muratori, in Muratoriana, n. 6, Modena 1959, pp. 3 s.