EGIZIO, Matteo
Nato a Napoli il 23 gennaio 1674, studiò dapprima la medicina, indi la giurisprudenza, lasciando ben presto l'una e l'altra per l'archeologia. Fu amicissimo di G. B. Vico e corrispondente del Muratori. Buon facitore d'iscrizioni latine, ne compose una per la statua equestre elevata dai Napoletani nel 1705 a Filippo V, non senza difenderla, l'anno dopo, in una Lettera a stampa: il che, entrate le armi austriache a Napoli (1707), gli procurò noie politiche e lo costrinse a rifugiarsi ad Amalfi. Ma non tardò a tornare nella sua città natale, e a entrare in grazia del nuovo governo, che nel 1729 gli diede l'incarico di pubblicare una dissertazione illustrativa della famosa tavoletta di bronzo contenente il testo del senato-consulto De Bacchanalibus, tavoletta che, scoperta nel 1640 presso Tiriolo in Calabria, emigrò, con tanti altri cimelî napoletani, a Vienna. Nel 1731 fornì al padre Sebastiano Paoli da Lucca parecchi elementi per le Annotazioni critiche contro l'Istoria civile di Pietro Giannone, evitando a stento una fiera polemica con l'esacerbato esule. Occupato il regno da Carlo di Borbone (1734), fu nominato segretario dell'"eccellentissima città" indi mandato (1735) segretario d'ambasciata a Parigi al seguito dell'ambasciatore principe Caracciolo della Torella, funzionando per qualche tempo anche da incaricato d'affari. Tornato a Napoli (1739) e nominato bibliotecario regio e conte, morì il 29 novembre 1745.
Bibl.: Novelle letterarie del 1746, p. 96; Soria, Storici napoletani, Napoli 1781, I, 217-23 (che dà l'elenco compiuto delle opere); Marchese di Villarosa, Ritratti poetici, Napoli 1834, I, s. v.; G. Gentile, Pietro Giannone plagiario e grand'uomo per equivoco, in Critica, II (1904), p. 222 segg.; M. Schipa, Il Regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone, 2ª ed. Milano 1923, passim.