NIGETTI, Matteo
Architetto, nato a Firenze nella seconda metà del sec. XVI, morto ivi il 13 dicembre 1649. Scolaro di Bernardo Buontalenti, e come lui legato alla corte medicea, intorno al 1604 ehbe l'incarico di condurre la fabbrica della Cappella detta dei Principi, presso la chiesa di San Lorenzo, secondo il progetto di Giovanni de' Medici. Non è dato distinguere quali elementi originali, all'infuori della sua opera di tecnico, il N. (probabilmente insieme con lo stesso Buontalenti), abbia apportati alla costruzione del grandioso mausoleo, nell'interno del quale la solenne struttura architettonica perde parte del suo risalto dietro il prezioso, ma piatto e monotono rivestimento decorativo. Certamente a un simile tipo di decorazione, tutta di superficie, senza particolare fantasia di combinazioni lineari o coloristiche dall'intarsio dei marmi, il N. sembra essere affezionato anche molti anni più tardi, nella Cappella di Santa Lucia della chiesa dell'Annunziata (1643).
Pure dal 1604 l'architetto incominciò la ricostruzione della chiesa dei Santi Michele e Gaetano, la cui facciata si presenta come una derivazione più complessa e arricchita nel senso del barocco di quella di Santa Trinita, del Buontalenti (1593): un insieme sobrio e armonico di semplici linee, di buon gusto nei particolari decorativi. È l'opera migliore del N., e una delle più felici del barocco toscano, che purtroppo non trova corrispondenza nell'interno della chiesa.
Fra le opere del N., numerose, ma spesso di scarso impegno, si citano qui: la facciata della chiesa di Ognissanti (1637), meschina nella concezione e male equilibrata per lo sviluppo del timpano ricurvo; il loggiato della chiesa di San Domenico presso Fiesole (1611-13; è suo anche il campanile), che innesta con buon esito nelle agili forme consuete in Toscana a simile genere di costruzioni alcuni elementi decorativi di barocco; il portico (oggi detto Loggia di San Pietro) della chiesa, ora distrutta, di San Pier Maggiore (1638).
Il N. lavorò anche da scultore, ma come esempio di questa sua attività non si conosce altro che il paliotto con tutti gli ornati d'argento dell'altare nella cappella dell'Annunziata della chiesa omonima, opera di un manierista senza genialità.
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931.