OTTONELLI, Matteo
OTTONELLI, Matteo (Matteo da Bologna). – Nacque a Bologna intorno alla metà del XIV secolo, da famiglia di nobile e antica origine bolognese, attivamente impegnata nelle magistrature, oltre che coinvolta negli affari principali, della città. Non sono noti i nomi dei genitori.
Appartenne all’Ordine carmelitano. La sua identificazione è complicata da possibili omonimie e dalla prassi, corrente nella documentazione dell’epoca, di non indicare che raramente il cognome dei fratres.
Un Matteo da Bologna nel 1374 fu assegnato dal capitolo generale di Bruges a Parigi, come lettore per il quarto anno, al termine del quale ottenne la laurea (Ciccarelli, 2004, p. 34). Secondo Diego Ciccarelli, questo Matteo da Bologna sarebbe da identificare anche con il copista cui si deve la composizione del breviario miniato carmelitano di Sutera (in Sicilia), studiato da Calogero Ferlisi e dallo stesso Ciccarelli (ibid., p. 36), e sarebbe stato fratello e confratello del più noto carmelitano bolognese Michele Aiguani (nato nel 1320 circa, da Stefano e Giacoma Sereni), che conseguì il magistero a Parigi nel 1363-64 e, tornato a Bologna, operò nella facoltà teologica e coprì importanti cariche all’interno dell’Ordine. Ma secondo altre fonti il carmelitano fratello di Michele Aiguani si chiamava Bernardo (Saggi, 1960, p. 522) e dunque non è probabile che Matteo da Bologna appartenesse agli Aiguani.
L’appartenenza alla famiglia Ottonelli del carmelitano fu proposta da Giammaria Mazzucchelli (1762, p. 1474, n. 2), che affermò di avere avuto tale informazione dal p. Giambattista Archetti, il quale gli avrebbe comunicato questa e «altre notizie letterarie ms.». Se resta incerta l’attribuzione delle notizie sopra ricordate, è invece sicuro che Matteo risulta nel 1371 laureato a Bologna (Boaga, 1989, pp. 44 s.) e nel 1381 lettore nella stessa sede. Nel capitolo generale dell’Ordine di Bamberga del 1385 fu nominato a capo della provincia di Tolosa, incarico in cui venne confermato nel 1387 durante il successivo capitolo generale di Brescia. Dal 1393, in seguito al capitolo di Francoforte, ricoprì la medesima carica a Bologna, succedendo a Giovanni Brammart.
A Bologna, secondo alcune fonti, conseguì pure un nuovo titolo dottorale. Il maestro Matteo da Bologna è infatti presente nella Nomenclatura doctorum Ordinis Carmelitarum in hac Bononiensi Universitate sotto l’anno 1405 (ibid.).
Fu confermato nell’incarico di provinciale per Bologna nell’anno 1399, non solo per merito delle preferenze dei confratelli, ma pure per autorità del breve di Bonifacio IX del 1° aprile di quello stesso anno. Nel capitolo generale tenuto il 7 giugno 1405 a Bologna, fu eletto priore generale di tutto l’Ordine carmelitano, succedendo a Giovanni da Rho (1387-1404). Nel turbolento periodo dello scisma che colpì la Chiesa cattolica e produsse divisioni anche all’interno dell’Ordine, mantenne una posizione di fedeltà e sostegno al papa fino al 26 aprile 1411, seconda domenica dopo Pasqua, quando i maestri generali dell’Ordine si riunirono in un unico capitolo a Bologna con i provinciali e i padri carmelitani divisi dallo scisma della Chiesa, dei quali era priore generale Giovanni Grossi. L’unità dell’Ordine venne ricostituita e Matteo rinunciò alla carica in favore del nuovo, unico, priore generale Giovanni Grossi.
Ritiratosi a privata condizione nella città di Pisa, vi morì nel 1414.
Matteo compose un libro intitolato Quaestiones theologicae e tre libri In summulas Petri Hispani Ordinis Praedicatorum. Marco Antonio Allegri Casanate nel Paradiso Carmelitici decoris lo ricorda come esempio di modestia e di fedeltà all’Ordine e alla Chiesa cattolica, tanto da meritare l’epitaffio «Debueram Prior esse, fui. Me vincere, vici. Tollere Schisma, tuli. Cedere, deposui» (Ventimiglia, 1773, p. 116; B.M. Xiberta, 1931, p. 59).
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